STATI UNITI – Dopo i festeggiamenti che hanno coinvolto in lungo e il largo il paese a stelle e strisce uno dei suoi stati notoriamente ultraconservatore si è opposto alla decisione presa dalla Corte Suprema di riconoscere, come un diritto costituzionale, il matrimonio alle coppie omosessuali (di cui abbiamo parlato qui).
Lo stato in questione è il Texas dai cui confini tuona il governatore repubblicano Ken Paxton definendo ‘fuorilegge’ il verdetto emanato a Washington. Inoltre, lo stesso governatore, ha deciso di dare la possibilità, ai funzionari statali, di rifiutare le licenze nuziali a coppie omosessuali invocando ‘l’obiezione di coscienza per motivi religiosi’. Visto e considerato che, un’azione di questo tipo, violerebbe quello che è ormai stato definito un diritto garantito dalla Costituzione i funzionari che decideranno di usufruire della ‘formula’ rischieranno delle sanzioni che potranno essere scontate con il pagamento di una multa o peggio con un processo in tribunale.
Paxton ha però fatto bene i conti tranquillizzando i texani e confermando loro che molti sono gli avvocati disposti a difendere gratuitamente tutti coloro che obietteranno in virtù della propria fede.
Tuttavia i gay chiedono solamente uguale dignità agli occhi della società, ragion per cui – si legge dal sito Ansa – le prossime battaglie riguarderanno tutele legali e il diritto all’abitazione.
Purtroppo però, come afferma anche Brad Sears – direttore del Williams Institute alla Universtity of California – l’opposizione alle nozze omosessuali passa ancora attraverso le leggi sulla libertà religiosa in quegli stati definiti come la ‘cintura della Bibbia’, dove molti, tra datori di lavoro, affittuari, ristoratori e chi più ne ha più ne metta decidono di rifiutare i loro servizi a coppie omosessuali.
"Chi non vive sulle due coste – chiude Sears – è rimasto indietro quanto a protezione legale", il dato viene confermato dal fatto che solo 22 stati su 50 che compongono gli U.S.A. vietano di discriminare in base all’orientamento sessuale
INTANTO NEL RESTO DEGLI USA - A New York intanto è stata festa grande e, durante il gay pride, hanno sfilato per le vie della Grande Mela anche attori famosi come Ian McKellum e Derek Jacobi. Inoltre il governatore Andrew Cuomo ha celebrato le nozze tra David Contreas Turley e Peter Thiede dinanzi un luogo altamente simbolico: lo Stonewall Hill, nominato monumento cittadino. Il bar è stato protagonista nel lontano 1969 della prima rivolta gay contro un raid della polizia
Il governatore era anche tra i firmatari della legge sulle unioni gay del 2011 e si è schierato in prima linea marciando nella parata e portando uno striscione con su scritto ‘la Grande Mela ha aperto la strada’.