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Venerdì di sangue: attaccata moschea in Kuwait e una base militare in Somalia

L'attentato alla moschea rivendicato dall'Isis, come i precedenti a Lione e in Tunisia

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Un venerdì macchiato di sangue ad opera dello Stato Islamico: dopo la Francia e la Tunisia è toccato al Kuwait e alla Somalia essere teatro di una strage da parte dei terroristi.


La follia del terrore  oggi ha segnato la giornata: lo Stato Islamico, dopo l'assalto a Lione e la strage di turisti in Tunisia ha rivendicato un attacco suicida a Kuwait City, che ha colpito una moschea sciita.

L'attentato è avvenuto durante l'ora della preghiera del venerdì, mentre all'interno della moschea Imam Sadiq erano radunate circa duemila persone: nella terribile esplosione sono almeno 202 le persone rimaste ferite, mentre il bilancio delle vittime segna più di venticinque morti.

Quasi contemporaneamente, ma ad opera dei miliziani Al-Shabaab , legati ad Al Qaeda, una base militare AMISOM dell'Unione Africana in Somalia a Leego, circa 130 km da Mogadiscio, è stata bersaglio di un'autobomba e successivamente di un conflitto a fuoco, che si è protratto per oltre tre ore.

Testimoni sul posto, riportati dalla BBC britannica hanno affermato che sono almeno trenta i morti tra i soldati dell'Unione Africana, impegnati in terra somala in un' operazione di peacekeeping.

Un venerdì, tradizionale giorno di preghiera musulmano, straziato dalla strategia terroristica, che ha un disegno preciso al contrario di quanti vogliono far credere ad azioni indipendenti tra loro.

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