A Cuba, dove da due anni sono impegnati in un tavolo di trattative, la notte di domenica 8 marzo il governo di Bogotà e i guerriglieri delle Farc hanno raggiunto un importante accordo collaborativo, finalizzato alla rimozione delle mine antiuomo presenti nelle zone rurali della Colombia. A dare la notizia è stata la Bbc online.
Quella delle mine sotterranee inesplose è una vera e propria emergenza in Colombia: ad oggi si calcola che sono più di undicimila le persone ferite o uccise dalle mine solo negli ultimi quindici anni.
Secondo quanto scrive il sito del País (http://internacional.elpais.com/) guerriglieri e militari lavoreranno in sinergia sotto il coordinamento del Norwegian People Aid (NPA), organizzazione filantropica con sede ad Oslo che dal 1939 è impegnata nel fornire assistenza ai processi di riostruzione post-bellica ma anche a curare gli aiuti umanitari durante i conflitti. In particolare, i guerriglieri saranno la chiave per la localizzazione delle mine (dopotutto, sono stati proprio loro o i loro predecessori a seminarne la maggior parte) mentre i regolari avranno il compito di disattivarle.
Per il capo negoziatore del governo colombiano, Humberto de la Calle, l’accordo sullo sminamento è “un primo ma gigantesco passo avanti” nel processo di pace. Parole di vivo apprezzamento sono arrivata anche dal Palazzo di Vetro. Il presidente Santos è ancora più ottimista: pensa che questo 2015 possa essere l’anno buono per giungere addirittura alla stretta di mano definitiva.