Forse nessuno ha mai voluto rivelarlo, a partire dal fratello e diadoco Raúl. Come e (chiaramente) più che sui nomi dei prigionieri politici liberati su richiesta Usa, sulla questione vige il “massimo riserbo” da parte delle autorità cubane. E da tempo: di sicuro, se il Líder Máximo ha raggiunto il pantheon dei grandi padri rivoluzionari della storia universale il fatto non è notizia di oggi, né di alcuni giorni fa. Troppo lunga, ormai, l’assenza di Castro I dalle occasioni ufficiali: non c’era, e questo ha destato non poca sensazione, neppure per salutare, in dicembre, il ritorno in patria dei tre agenti segreti cubani che erano detenuti negli Usa dal 2001 per spionaggio, e che gli accordi tra Obama e Castro II hanno amnistiato.
Che non stesse bene, il leader della rivoluzione del 1959, quella che rovesciò Batista e fece di Cuba l’avamposto più occidentale del blocco sovietico, non era più un segreto e a provarlo, in modo drammatico, ci sono le foto più recenti: negli ultimi anni si era sottoposto ad interventi a catena per diverticolosi diffusa, e qualche fonte si era spinta a parlare di cancro allo stomaco.
Ora però la verità potrebbe arrivare proprio dal Palazzo della Rivoluzione: nel pomeriggio di oggi Raúl Castro ha dato appuntamento alla stampa nazionale e straniera per una conferenza straordinaria di cui, ufficialmente, non è stato ancora specificato l’argomento; il fatto, però, che venga convocata a poche ore di distanza dalle ultime voci sulla morte del dittatore rilanciate da un quotidiano di Miami, il Diario Las America, lascia immaginare quale potrebbe essere il “piatto forte” in programma.
Intanto, il Diario de Cuba, un giornale anti-regime, fa sapere che, a Santiago di Cuba, il governo “ha proibito la circolazione di gente nella zona del cimitero di Sant’Ifigenia, dove sorgerebbe la tomba di Fidel Castro”.