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Isis, soldati Usa uccisi in Iraq

I militari morti durante operazione ad Al-Anbar

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Il 29 dicembre sette soldati dell’esercito americano sarebbero stati eliminati dalle milizie dell’Isis in Iraq, durante un’operazione bellica nella provincia sunnita di Al Anbar. La notizia sembra avere fondamento, dal momento che a darla è stato il Site, la speciale organizzazione al servizio del governo Usa che monitora le attività online  dei gruppi terroristi islamici ed è una sorta di reader’s digest  dei siti jihadisti più attendibili. L’agenzia di web-intelligence precisa che i militari americani sono caduti nel corso di un bombardamento aereo jihadista contro una base aerea, quella di Ayn Al-Asad.  Si tratta, aggiunge ancora il Site, della seconda più importante base aerea degli Stati Uniti in territorio iracheno: la prima è quella di Erbil, almeno dall’inizio della campagna contro il Califfato. Ma Ayn Al-Asad è certamente quella di più lunga frequentazione, dal momento che è stata utilizzata dalle truppe Usa sin dall’inizio della Seconda guerra del Golfo e poi negli anni di transizione dal regime di  Saddam al governo democratico. È qui, inoltre, che negli ultimi mesi si è avuto il maggior incremento di soldati Usa (o di “consiglieri militari”, se si preferisce dire così) in vista della stretta finale su Mosul: tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre erano arrivati i primi cinquanta; in seguito, nel giro di poche settimane, la popolazione militare totale della base è arrivata a contare trecentocinquanta unità.
Quattro giorni prima di questo attacco firmato Isis fonti di Washington avevano annunciato l’uccisione, nel corso di un raid, del  governatore jihadista di Mosul, Hassan Jabbur, che da meno di un mese aveva preso il posto di Radwan Hamduni, anch’egli perito sotto le bombe occidentali.

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