In un Brasile che si prepara ad eleggere il suo nuovo presidente, piomba all’improvviso l’incubo dell’ebola. Venerdì 10 ottobre Jarbas Barbosa, che si occupa del monitoraggio delle epidemie per conto del ministero della Salute, ha ufficializzato il primo probabile caso di virus entro i confini nazionali. Il contagiato sarebbe un abitante di Cascavel, nello Stato meridionale del Paranà, reduce da un viaggio a Conakry, la capitale della Guinea. Attualmente l’uomo, che ha quarantasette anni e risiede nel quartiere di Cascavel chiamato “Brasilia”, si trova in una struttura specializzata di Rio De Janeiro, l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Leandro Chagas, dove attende la conferma della diagnosi: lo riporta l’edizione online del Globo. Sempre secondo la testata brasiliana, il malato, prima di far ritorno in patria dalla Guinea, il 19 settembre scorso, aveva fatto scalo in Marocco. E’ stato ricoverato il 9 ottobre, dopo due giorni di febbre alta ininterrotta.
Aumentano, intanto, in Italia le allerte relative ad un possibile arrivo del virus; fortunatamente, però, finora nessuno dei casi di cui ha parlato la stampa sembra giustificare una psicosi sempre più diffusa. Si è già letto, il 9 settembre, della donna nigeriana di Civitanova Marche, che in realtà aveva “solo” malaria; dei due fratellini di Rimini, ricoverati il 14 di quello stesso mese con febbre altissima dopo un viaggio in Nigeria in compagnia di papà e mamma; e del cittadino ghanese sottoposto a trattamento speciale nel reparto emergenze dell’ospedale Renzetti di Lanciano, il 7 ottobre. Nelle ultime ore si sono aggiunte altre due cartelle cliniche: quella di un nigeriano e di un medico marchigiano, entrambi ricoverati allo Spallanzani di Roma. Quest’ultimo caso, se non fosse prontamente rientrato come i precedenti, sarebbe stato di sicuro il più degno di considerazione, dal momento che l’uomo era tornato dalla Sierra Leone, cioè da uno degli epicentri della mortale epidemia.