Dal sangue e dal siero dei sopravvissuti all’ebola potrebbe essere ricavata la speranza contro il terribile morbo africano: è questa la conclusione più importante di una riunione straordinaria dell’Oms tenutasi a Ginevra venerdì 5 settembre. Due vaccini, la cui reale efficacia sarà ora provata attraverso specifici test: dopodiché, potranno diventare strumenti in dotazione degli ospedali africani a partire dal prossimo autunno (novembre). E’ quanto lascia intendere Marie Paule Kieny, direttrice generale aggiunta dell’Organizzazione, in un incontro con i giornalisti al termine del congresso ginevrino che ha visto la partecipazione di più di duecento esperti. “Abbiamo raggiunto un accordo”. Via alla sperimentazione, dunque, in attesa dello sbarco in corsia di quei prodotti.
Intanto, sul fronte dell’iniziativa umanitaria a favore delle popolazioni ma anche dei governi dei paesi dell’Africa nordoccidentale colpiti dall’epidemia, si registra lo stanziamento da parte dell’UE di centoquarantotto milioni. La maggior parte della “torta”, novantasette milioni, sarà destinata a sostenere il bilancio di Liberia, Guinea e Sierra Leone; altri trentotto milioni andranno a beneficio delle strutture sanitarie dei tre Stati; i restanti cinque dovranno essere impiegati a favore dei “laboratori mobili”, un progetto europeo che consiste in unità specializzate di soccorso pronte a operare lì dove l’emergenza chiama. In prima linea, dove nascono i nuovi Carlo Urbani.