Obama ci stava facendo un pensierino dal 29 agosto: affidare il coordinamento della tecnologia di sicurezza e di amministrazione in uso al n. 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington ad una veterana di Google, il colosso del web e dell’informatica che si è sviluppato intorno ad un motore di ricerca lanciato nell’ormi lontano 1997. Si tratta di Megan Smith, vicepresidente di Google X, sorta di inaccessibile “fortezza delle scienze” da qualche parte nella Mountain View (San Francisco Bay Arena): in questo laboratorio segreto si sfornano, per conto dell’azienda col logo dalle lettere-arcobaleno, progetti degni dell’officina di Archimede Pitagorico; il New York Times lo ha definito “un fantomatico laboratorio di ricerca, dove vengono studiati progetti(più precisamente applicazioni, specialità “googliana”, per oggetti e strumenti di uso quotidiano, ndr) avveniristici”.
In Google dal 2003, Megan Smith, cinquant’anni, ha dato un contributo fondamentale all’espansione economica della web major californiana: ha avuto responsabilità direttive in tutte le più importanti applicazioni lanciate dalla casa, da Google Earth a Google Maps a Picasa. Non è priva di agganci nel resto del gotha tecnologico Usa (siede nel consiglio di amministrazione del MIT). Sabato 6 settembre entra alla Casa Bianca come Chief Tecnology Officer: suo vice sarà Alexander Macgillivray, ex avvocato di Twitter. La Smith prende il posto lasciato vacante da Todd Park: per l’alfiere della tecnologia al servizio della salute è già pronto l’incarico di consigliere economico dell’amministrazione Obama nella Silicon Valley.