Il nodo resta la capacità di far accantonare a Germania, Francia e Gran Bretagna i dubbi circa l’affidabilità di Federica Mogherini alla luce  della sua sostanziale inesperienza. Ma soprattutto sulla sua presunta morbidezza nei confronti della Russia, rinfacciatagli da polacchi e paesi baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia) dopo che lo scorso 14 luglio Putin e lei, rappresentante della presidenza italiana UE, si erano amichevolmente messi d’accordo riguardo al gasdotto South Stream, progetto a cui tutta l’UE si oppone (lo giudica un modo di far concorrenza all’Ucraina, e di stringere ancor più il cappio intorno al suo collo)  eccetto l’Austria e, appunto l’Italia (non potrebbe essere altrimenti, nel momento in cui l’Eni è dentro al progetto sin dall’inizio).
Sabato 30 agosto sarà il giorno della verità: e il Financial Times sembra già pronto a scommettere che alla fine la candidata italiana la spunterà e il posto di Alto Rappresentante della politica estera UE sarà suo. 
Renzi, il suo grande sponsor, ci ha sempre creduto: ma ora, riporta ancora l’edizione online del giornale britannico, ci crede addirittura un po’ di più, dopo che la Merkel ha fatto capire che non farebbe difficoltà ad appoggiare la nomina, in cambio di un atteggiamento italiano più accondiscendente in materia di regole di bilancio. Più che una vittoria sarebbe un do ut des, ma l’appoggio della cancelliera non è qualcosa che si possa rifiutare a cuor leggero.