Manuel Valls, il primo ministro francese, si è dimesso lunedì 25 agosto ma quasi sicuramente succederà a se stesso giovedì. E’ lo stesso presidente Hollande a chiederglielo, “affinché costituisca un governo in coerenza con gli orientamenti che lui stesso ha definito per il nostro Paese”.
La crisi nell’esecutivo insediatosi solo sei mesi fa (31 marzo) è stata conseguenza delle polemiche che il ministro dell’Economia, Arnaud Montebourg, aveva sollevato nel fine settimana con alcune avventate dichiarazioni in materia di Banca Centrale Europea e di Merkel. Dichiarazioni per le quali il premier ha avuto un unico commento, “si è passato il limite”. In un’intervista a Le Monde del 24 agosto l’ex portavoce di Segolène Royal era stato tutt’altro che tenero nei confronti della politica di rigore imposta all’Europa dalla Germania: “E’ necessario dare precedenza assoluta all’uscita dalla crisi; soltanto dopo ci si può occupare della riduzione dogmatica del deficit che ci ha portato all’austerità e alla disoccupazione.” Riduzione dogmatica del deficit: un siluro alla dottrina-Merkel? In realtà il ministro ha operato un distinguo: “Quando parlo della Germania, intendo riferirmi alla destra tedesca che sostiene la Merkel. La Francia non intende accodarsi agli assiomi ideologici della destra tedesca.” Ma Montebourg ne aveva anche per l’istituzione bancaria che in questi anni di crisi, a suo parere, si è allineata a certe scelte e a certe strategie con impassibilità notarile. “La Bce deve cambiare passo e prendere esempio da quelle banche centrali che, in altre parti del mondo, hanno saputo appoggiare se non addirittura guidare la ripartenza.” Nella sua visione la Bce dovrebbe essere, piuttosto, una nave ammiraglia in grado di condurre l’Europa nel porto della ripresa, ma anche uno di quei medici in prima linea pratici nell’uso del defibrillatore, e quindi in grado di dare una scossa vivifica “alla zona-euro”.
Nonostante la solidarietà che Montebourg ha incassato da parte del suo collega a capo dell’Istruzione, Benoit Hamon, sembra improbabile che per l’attuale titolare del dicastero economico ci sia spazio anche nel prossimo esecutivo a guida Valls: dispiacerà anche a Renzi, di cui il ministro esternatore è un sincero fan.