A poche ore dalla “strage di Ferragosto”, in cui altri ottanta yazidi sono stati crudelmente massacrati da uomini dell’Isis nel villaggio di Kocho (un nome così poco iracheno per una località non distante da Tel Afar), sabato 16 agosto il tricolore italiano torna a posarsi sul suolo iracheno (più precisamente quello del Kurdistan iracheno, a Erbil). Si tratta dei primi aiuti umanitari a yazidi e cristiani iracheni dal nostro Paese, arrivati a bordo di un C130 dell’esercito. Quasi contemporaneamente arrivavano anche i primi aiuti provenienti dalla Germania. A darne l’annuncio sul suo profilo Twitter l’ambasciatore italiano a Baghdad, il cinquantaseienne Massimo Marotti, nostro rappresentante diplomatico in terra mesopotamica dal 2013. Centonove caratteri di speranza in più per le minoranze riprecipitate di punto in bianco nell’incubo delle persecuzioni “Aiuti umanitari cooperazione umanitaria a Erbil, Iraq, con C130 Aeronatica militare. Primo volo atterrato”.
Alle medesime latitudini continua nel frattempo la delicata missione del card. Fernando Filoni per conto del papa. Partito alla volta dell’Iraq il 12 agosto, il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha già avuto modo di conoscere direttamente il dolore degli yazidi, e ora si appresta a incontrare i cristiani che hanno trovato rifugio nel campo sfollati di Dahuk. città capoluogo dell’omonimo governatorato del Kurdistan.