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Iraq: avanzano le milizie islamiche Isis, migliaia di cristiani in fuga

“Lo stato islamico” controlla gran parte del nord nel paese

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Solo i “Peshmerga”, l'esercito curdo, sono rimasti a contrastare il dilagare delle milizie Isis, “lo stato islamico” come amano ribattezzarsi i militanti fondamentalisti islamici, che adesso, dopo le ultime offensive controllano gran parte del nord nell'Iraq, dove migliaia di civili, per la maggior parte cristiani, sono in fuga dopo che gli islamisti avevano annunciato la pena di morte in caso di mancata conversione al loro credo. Si hanno notizie di esecuzioni in massa tramite fucilazioni multiple di piazza, dato anche che è giunta voce, attraverso la giornalista Sheren Khalel, di fustigazioni e condanne a morte anche per chi viene sorpreso a consumare sigarette o tabacco da pipa, mentre vengono bruciate centinaia di stecche, gran parte occidentali, del prodotto. Sono oltre un milione e mezzo i rifugiati e sfollati iracheni secondo le stime del Ministero Italiano agli Esteri, come dichiarato dal vice ministro Lapo Pistelli che in questi giorni ha visitato il paese, e che il sistema umanitario dell'Onu non potrà reggere, se non con un impegno straordinario internazionale, mentre Pistelli ha garantito alle autorità curde la vicinanza e il sostegno dell'Italia. Il governo curdo, tra i principali alleati USA nella regione, ha già richiesto a gran voce un intervento americano, che è già stato presente con decine di operazioni a supporto dei combattenti curdi. Si parla già insistentemente di “catastrofe umanitaria”, dove molte città curde, dopo la caduta di Qaraqosh, la più grande cittadina a maggioranza cristiana, Tall Kaif, Bertella e l'occupazione della diga di Haditha hanno visto l'arrivo di oltre 45.000 persone, senza essere in grado di poterle aiutare decentemente.Intorno alle 18.30 un'autobomba è stata fatta esplodere nella città curda di Kirkuk davanti a una moschea, provocando un morto e 41 ferit, così come anche Baghdad è stata scossa dall'esplosione di un'altra auto, che ha provocato 9 morti e oltre 26 feriti, dopo che il governo iracheno ha inviato una task force militare aerea in supporto al Kurdistan, una cooperazione mai vista e che esprime quanto grave possa essere la situazione. L'ultima offensiva islamica ha provocato, secondo cifre Onu, circa 500 morti tra cui moltissimi bambini, mentre è arrivata la notizia che le autorità curde hanno decretato uno stop di 24 ore “per motivi di sicurezza” al noto social network Facebook, dopo che, anche se la notizia non è stata confermata, miliziani Isis sono stati scoperti a monitorare le attività dei gruppi militari di azione curdi.

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