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"Niente auto, viaggi, latticini e carne", l'iniziativa neo-marxista del sindaco di Londra per "salvare l'ambiente" dal cambiamento climatico

Il gruppo C40 Cities ha recentemente presentato una serie di proposte verdi radicali nelle quali si elencano i comportamenti virtuosi da adottare per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030

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Un’iniziativa sul cambiamento climatico, guidata dal sindaco di Londra Sadiq Khan, prospetta per noi un futuro alquanto distopico: nel piano è previsto che ogni cittadino abbia non più di tre capi di abbigliamento all’anno, non possegga un’automobile di proprietà e abbia diritto a viaggiare in aereo non più di una volta ogni tre anni. Il gruppo C40 Climate Leadership da cui proviene l’iniziativa comprende "una rete di quasi 100 sindaci delle principali città del mondo che sono uniti nell'azione per affrontare la crisi climatica" e ha di recente commissionato un rapporto che fornisce suggerimenti su come dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030. 

Khan, che presiede il gruppo C40, è stato aspramente criticato dai londinesi in seguito all'espansione dell’area sorvegliata da videocamenre Ulez. Sebbene l’iniziativa C40 Cities - con il pretesto della campagna Clean Air Wins - abbia condiviso video a favore delle Ulez, il Wall Street Journal questa settimana ha evidenziato le proposte meno pubblicizzate nel suo rapporto, redatto in collaborazione con l’Università di Leeds, come ad esempio le inquietanti trovate riassunte nello slogan “niente carne, niente latticini e niente veicoli privati”. Nel loro programma si suggerisce inoltre di viaggiare in aereo solo una volta ogni tre anni, cosa che il WSJ paragona – giustamente oserei dire – a politiche di “lockdown climatico”.

Il rapporto prescrive vari “interventi sul consumo”, senza delineare come queste misure verranno implementate. Ridurre il consumo di carne a zero entro il 2030 è un obiettivo elencato, ma ci sono pochi dettagli su come verrà perseguito.

Di C40 Cities fanno parte 433 persone in tutto il mondo, secondo Linkedin, con sedi a Londra, New York e Rio De Janeiro. Il sito web dell’organizzazione fornisce alcuni esempi concreti di ciò che C40 sta effettivamente facendo. Le attività reali sono sepolte sotto inviti idealistici all’“azione immediata” e supposti intellettuali che descrivono in dettaglio i traguardi raggiunti dalle città membro del C40. Eppure di finanziamenti C40 ne sta ricevendo in abbondanza. La sola filiale britannica dell’azienda ha ricevuto ben 11 milioni di sterline in sovvenzioni e altri finanziamenti nel 2022. Più di 7 milioni di sterline di quel denaro sono stati spesi per assumere personale.

Nel novembre 2021, il governo del Regno Unito ha investito 27 milioni di sterline nel piano d'azione urbano per il clima (UCAP) di C40. Sebbene il sito dell’iniziativa affermi che dal 2018 al 2021 “ha fornito assistenza tecnica e risorse a 35 città per sviluppare piani d’azione per il clima che riducano efficacemente le emissioni di gas serra e migliorino la resilienza climatica ”, la natura di questa assistenza e risorse non viene specificata.

Le città coinvolte nell’UCAP (Urban Climate Action Programme) CAI (Climate Action Implementation) sembrano però in perdita. Un riassunto poco chiaro del coinvolgimento di Accra, capitale del Ghana, nell'UCAP può essere trovato sul sito web dell'Assemblea metropolitana della città: "la realizzazione del programma ha incluso assistenza tecnica per riunioni regionali e locali, lo sviluppo di prodotti di conoscenza e un quadro politico, lo sviluppo di capacità e campagne di sostegno all’integrazione del settore informale”. 

Tra i sostenitori finanziari di C40 figurano inoltre organizzazioni e aziende estremamente influenti, tra cui Google, la Clinton Foundation e la Banca Mondiale, nonché il “filantropo” magnate della finanza e fondatore della Open Society Foundation George Soros. Questa rete di supporto di leader ideologicamente allineati dà al gruppo C40 un notevole peso specifico, anche se le sue attività rimangono ancora oscure al grande pubblico, complice anche l’omertosa disattenzione dei media sull’influenza politica dell’organizzazione.

Nel loro rapporto tuttavia si riconosce questa innegabile capacità di persuasione: “La rete delle città C40 può utilizzare il proprio potere di spesa globale per accelerare la transizione verso una produzione a basse emissioni di carbonio”, ricorrendo ad “azioni immediate e ambiziose”. Questa azione non sarà però solo un diktat calato dall’alto: per far funzionare l’iniziativa C40, “è fondamentale che i cambiamenti comportamentali su larga scala avvengano il prima possibile”. Insomma, non solo dovremmo infilarci in bocca lo stivale, ma dovremmo anche guaire di piacere. Tutto in nome di un’etica ambientalista che è solo la facciata ipocrita di un piano egemonico neo-marxista il cui vero obiettivo è eliminare la classe media una volta e per sempre.

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