I codici penale e civile italiani puniscono la falsità ideologica con reclusione tra tre mesi a due anni. "La falsa attestazione può essere orale o iscritta compresi gli atti di corrispondenza tra uffici". La citazione della giurisdizione italiana potrebbe essere applicato sull'usurpazione del denominato Sidi Mohamed Omar di rappresentanza del gruppo armato Polisario all'ONU.
Omar è d'origine maliana nei campi Tindouf in Algeria composti da maggioranza algerina e una minoranza di marocchini, mauritani e maliani.
Il presunto diplomatico afferma di essere un rappresentante all'Onu, in flagrante usurpazione della qualità . L'ONU non ha mai concesso l'accreditamento a favore del Polisario.
Non solo a New York, ma anche in altri paesi europei, la "diplomazia" del gruppo polisario creata dall'Algeria è svolta da persone incapaci, orientate ai propri interessi personali tout court.
Peggio ancora la persona in discussione non ha badge Onu intestato al Polisario, accede alla sede Onu utilizzando badge di delegazioni straniere come semplice corriere dall'ambasciata algerina all'ONU. Il suo accesso avviene sempre attraverso gli Stati membri dell'ONU con conflitti di interesse con il Marocco. Così passa il suo tempo a scattare foto nei corridoi dell'ONU con diplomatici di certi paesi, a volte a loro insaputa.
Nell'elenco ufficiale del servizio di protocollo delle Nazioni Unite non c'è la minima traccia di Sidi Omar.
La sua rappresentanza all'interno dell'Onu è infatti solo una bugia costruita ad arte dall'Algeria e sovradimensionata dai media del gruppo Polisario e i loro collaborazionisti.
Il cosiddetto difensore della pseudo "causa saharawi" trascorre molto tempo in Spagna dove vive con la sua famiglia, mentre per i saharawi dei campi di Tindouf la sua presenza deve essere a New York.
A scapito della miseria dei campi il falso rappresentante spende i fondi in una vita da borghesia tra New York e Spagna, che dovranno essere destinati alla popolazione dei campi.
Diverse dossier affermano che Sidi Omar si appropria spesso indebitamente di aiuti finanziari forniti dalla Chiesa, oltre che da ONG europee e americane e molti Saharawi nei campi algerini sono convinti che l'ultima preoccupazione di Sidi Omar sia quella di lavorare per trovare una soluzione politica della questione del Sahara. L'interessato lavora per il prolungamento del conflitto politico del Sahara e del dramma in cui vivono i sequestrati nei campi, in modo di beneficiare finanziariamente e materialmente di questa situazione.