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Gravissime rivelazioni di razzismo in seno d’Amnesty International (report di "The Guardian")

Amnesty International privilegia la "razza bianca" a scapito della "razza nera" e di altre etnie del sud del mondo.

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Amnesty International (AI) ha una cultura di privilegio alla persona bianca a scapito della persona di altre colori. É razzismo che mette l’ONG dinanzi alle proprie contraddizioni, secondo un esame di coscienza interno del suo segretariato internazionale.

Il quotidiano britannico "The Guardian" riferisce martedì che otto attuali ed ex dipendenti di AI nel Regno Unito hanno rivelato le proprie esperienze di discriminazione razziale e hanno pubblicato una dichiarazione in cui si invitano gli alti responsabili a dimettersi immediatamente.

"Ci siamo uniti ad Amnesty nella speranza di fare campagna contro le violazioni dei diritti umani, ma siamo stati piuttosto delusi dal fatto che l’organizzazione aveva effettivamente contribuito a perpetuarle", ha dichiarato Katherine Odukoya, una delle denunciatrici.

I rappresentanti dei due rami dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani con sede nel Regno Unito si sono scusati e si sono impegnati ad apportare dei cambiamenti, mentre il direttore dell’AIUK citando "il fatto scomodo che non siamo stati abbastanza buoni".

L’esame interno del segretariato internazionale dell’AI, commissionato a seguito del movimento Black Lives Matter, ha individuato diversi esempi di lavoratori che denunciano casi di razzismo.

Per quanto riguarda l’uso di termini inadeguati da parte di alti funzionari dell’AI, il report fa riferimento a pregiudizi sistemici, tra cui l’interrogatorio del personale nero senza giustificazione e l’esclusione di progetti di personale appartenenti a minoranze etniche.

Il report segnala una mancanza di sensibilizzazione o di sensibilità alle pratiche religiose che comporta commenti e comportamenti problematici, nonché un comportamento aggressivo e disprezzante, in particolare per posta elettronica e spesso indirizzato al personale degli uffici del sud del pianeta.

Citando l’assassinio di George Floyd, nel giugno 2019, l’AI ha indicato in un’email che il razzismo è stato inserito nel "modello organizzativo" dell’organizzazione dei diritti umani, che era plasmato dalla "dinamica coloniale e i confini" che erano "freschi" al momento della sua fondazione nel 1961.

"Nonostante i notevoli e durissimi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, il controllo e l’influenza sulle nostre risorse, il processo decisionale ... sono rimasti in gran parte nelle mani di persone della maggioranza bianca del Nord", ha rivelato il report che ha parlato di pregiudizi e di insensibilità nel modo in cui alcune persone sono trattate presso il segretariato internazionale - il braccio dell’organizzazione che definisce la politica e l’assunzione dei ricercatori dei centri in tutto il mondo.

Il consiglio ha successivamente informato il personale che avrebbe avuto luogo un esame indipendente e nei mesi successivi gli esperti della società di consulenza Howlett Brown hanno effettuato un "controllo della temperatura".

Gli esperti hanno avuto accesso a sondaggi presso il personale e hanno organizzato sei gruppi di discussione composti da 51 dipendenti, di cui due esclusivamente occupati da personale nero.

Pubblicato nell’ottobre 2020 ma non comunicato dalla stampa, il report interno di 46 pagine di Howlett Brown ha concluso che l’immagine esterna del segretariato internazionale di AI era diversa dalla sua faccia interna.

Gli esperti hanno raccomandato che per risolvere i problemi si debbano riconoscere i "privilegi sistemici esistenti".

Lo staff dirigente della coalizione di AI si è detto "disprezzato" dai risultati, aggiungendo che "è un richiamo opportuno che la discriminazione, il razzismo anti-nero esistono nella nostra organizzazione".

In una dichiarazione pubblicata parallelamente alla relazione, la stessa squadra ritiene che questo richiamo "abbia evidenziato sia la portata che la natura sistematica del razzismo e indica che dobbiamo affrontare il privilegio dei Bianchi ovunque esista".

 

Inoltre, il personale dell’AIUK, anch’esso con sede a Londra ma con una struttura di impiego distinta dal segretariato internazionale, ha riferito di esperienze di discriminazione razziale simili alla cultura del segretariato internazionale.

Alcuni hanno dichiarato al Guardian di sentirsi "disumanizzati" per la loro razza e la loro appartenenza etnica per un certo numero di anni, mentre altri denunciano accuse ufficiali.

In una dichiarazione congiunta, due attuali dipendenti e sei ex dipendenti dell’AIUK hanno chiesto al direttore, al gruppo direttivo e al consiglio di amministrazione di dimettersi, affermando che i dirigenti "hanno deliberatamente confermato il razzismo e hanno danneggiato il personale delle minoranze etniche".

E’ il caso di Odukoya che ha assicurato che, in quanto donna nera, era costantemente esaurita mentalmente a navigare in un ambiente ostile alla condizione della razza nera.

"Esiste una cultura egemonica della classe media bianca che sembra essere protetta e riprodotta. Il privilegio dei Bianchi era onnipresente", ha detto.

Nel 2019 ha sollevato un reclamo in merito alla discriminazione razziale e sessuale, sostenendo che era stata manipolata per lavorare in modo non corretto al di sopra del livello retributivo.

Kieran Aldred (31 anni) ha affermato che la leadership dell’AIUK usava attivamente pregiudizi per il personale di origine etnica minoritaria, spesso trascurato per le promozioni, mentre le revisioni salariali favoriscono sistematicamente gli alti dirigenti bianchi ad alto reddito.

"Lavorare per l'AIUK ha distrutto la mia fiducia in me stesso, nella mia fiducia nelle mie capacità. Non pensavo di essere sufficientemente qualificato per fare il mio lavoro, che nessuna organizzazione mi avrebbe assunto, tanto meno mi avrebbe promosso, e soffrivo di depressione e ansia persistenti", ha detto Aldred.

Kate Allen, la direttrice dell’AIUK, si è scusata affermando che si trattava di preoccupazioni gravi e stimolanti e, sebbene non possa discutere di casi individuali, le accuse di discriminazione sarebbero state prese sul serio e sarebbero state oggetto di un’indagine.

"Sappiamo che il razzismo istituzionale esiste nel Regno Unito e, come ogni altra organizzazione, non siamo al riparo da questo problema reale", ha deplorato e in risposta alla relazione Howlett Brown, ha assicurato che anche il segretariato internazionale ha adottato misure importanti per dare seguito alle sue conclusioni.

Amnesty International ha dichiarato di essere scusata di cuore con tutti membri vittime di discriminazione, aggiungendo che i resoconti dettagliati della relazione Howlett Brown erano "inaccettabili".

Nel febbraio 2019 è stato rivelato che Amnesty International aveva un ambiente di lavoro "tossico". Da un esame della cultura del luogo di lavoro, commissionato dopo il suicidio di due membri del personale nel 2018, sono emerse delle vessazioni generalizzate. 

 

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