La terra continua a tremare in Albania senza dare scampo a chi da giorni scava tra le macerie o cerca di superare il trauma della perdita, della paura. Chi ha vissuto il terremoto in prima persona sa bene che la scossa più potente è solo l’inizio di un implacabile stillicidio che continua fino a quando anche l’ultimo tremore scompare. A volte ci vogliono giorni, mesi.
Il bilancio ad oggi è di 51 vittime, 26 solo a Durazzo dove sono crollati due alberghi sulla spiaggia, altrettanti palazzi e una villetta. A poco meno di una settimana dalla scossa di 6.4 registrata nella notte del 26 novembre, il caos nelle aree colpite regna sovrano.
La testimonianza. "Non esiste ancora un numero preciso su sfollati – spiega Eni Rika presidente della ong Shis Albania - È una situazione drammatica ma anche caotica: il sisma ci ha colti impreparati. Non abbiamo neanche una stima dei feriti, si stima dai 900 ai 2000. Lo stato prova a reagire ma fatica: per esempio si parla di spostare le persone negli alberghi, ma non si è ancora capito di quante persone abbiano bisogno".
Di fronte alle calamità , i bambini sono tra i più esposti ai traumi. Dal 1998 Rika assieme alla sua ong, partner dell’organizzazione Avsi, si occupa del sostegno ai più piccoli con disagi psicosociali attraverso nove centri diurni che in tutto si prendono cura di circa 640 minorenni.