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Ventenne dell'Arabia Saudita posta foto senza velo, i cittadini vogliono la sua testa

Non è bastato eliminare il tweet per la giovane donna, la polizia religiosa ha agito con l'arresto

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Roma – Donna esce di casa senza indossare l'hijab e l'abaya, il velo e la lunga tunica nera che copre tutto il corpo. Si fa scattare una foto a Riad e la posta su Twitter. Si tratta della ventenne Malak Al Shehri, dell'Arabia Saudita, la quale dopo aver commesso il fatto è stata arrestata e rischia la fustigazione, se non qualcosa di peggiore. Si scatenano i cittadini sui social. Vogliono la sua testa.

Ma cresce anche il numero di chi chiede con forza la liberazione della 'Rosa Parks' saudita. Dopo l’annuncio da parte della ragazza in cui avviosava che sarebbe uscita di casa senza velo né tantomeno tunica nera, la giovane appare nella foto con indosso un soprabito nero abbinato ad un vestito colorato a fiori, lungo fino a metà del polpaccio e un paio di stivaletti ai piedi. Dopo poco inizia la pioggia torrenziale di commenti e minacce sotto il post della donna, i cittadini si incitano a vicenda

Tanto degenera la situazione che la ragazza decide, prima di cancellare il post, e poi arriva ad eliminare il profilo su Twitter. Ma niente è sfuggito alla polizia religiosa che, venuta a conoscenza, ha presentato denuncia, portando al suo arresto. "Gli agenti hanno messo in stato di fermo una ragazza che si è tolta la sua abaya su al-Tahliya street, mettendo in atto una sfida che aveva annunciato sui social media diversi giorni prima", ha spiegato il colonello Fawaz al-Maiman, un portavoce della polizia di Riad. Un altro ha sottolineato che le forze dell'ordine hanno agito in linea con il dovere di monitorare "le violazioni della morale".

A settembre, migliaia di sauditi avevano firmato una petizione nella quale chiedevano la fine del sistema tutelare maschile che obbliga tutte le donne adulte ad avere l'autorizzazione scritta, o addirittura la presenza di un 'custode' maschio, per diverse attività, come richiedere il passaporto e viaggiare all'estero, sposarsi, ma anche lavorare, studiare all'estero, accedere ai servizi sanitari e perfino uscire di prigione. Una condizione che resta in vigore dalla nascita alla morte: le donne passano dal controllo del padre a quello del marito, a volte del fratello o anche del figlio, senza soluzione di continuità.
Ma non è tutto. Alla fine di novembre, il principe saudita Alwaleed bin Talal attraverso un tweet aveva scosso il Regno, esortando a revocare il divieto di guida per le donne. Non riguarda solo i diritti umani, ma è anche un tema economico, sociale e di sviluppo, spiegava, puntando il dito contro lo spreco di tempo, denaro e forza lavoro che questo comporta per il Regno.

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