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Diario mondiale

Trump sempre più pro life, in Tunisia arrestato reclutatore jihadista

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USA. Meno di una settimana dopo la sua elezione a presidente, e a pochi giorni dal primo sopralluogo alla Casa Bianca per incontrare Obama, Donald Trump è tornato a parlare della sua America che sarà. Con un’intervista alla Cbs. Al centro di essa la composizione della Corte Costituzionale e la questione delle minoranze
I giudici che nominerà, ha detto il nuovo Commander in Chief, saranno tutti “pro vita (quindi contrari all’aborto, ndr)” e “pro secondo emendamento (quello che riconosce il diritto al possesso di armi per l’autodifesa, introdotto nel 1791)”.  Sempre a proposito della questione aborto, Trump non ha escluso che il lavoro della Corte Suprema ridisegnata da lui possa portare in breve tempo ad uno scenario storico: il rovesciamento della sentenza che, nel 1973, aprì al diritto di utilizzare tale pratica. Si tornerebbe, in pratica, allo status quo antea, quando, in mancanza di un riferimento centrale, la regolamentazione dell’aborto era affidata alle leggi dei singoli Stati. Quanto agli attacchi contro le minoranze etniche e i gay, leit-motiv di tutta la sua campagna elettorale, il nuovo inquilino della Casa Bianca adesso frena: e dice “basta” anche all’estremismo fanatico di alcuni suoi sostenitori. Nel frattempo tende la mano a coloro che continuano a contestarne l’elezione: “Voi non mi conoscete, non abbiate paura”. E continua a studiare da nuovo presidente: l’agenzia Nuova Cina riferisce di un colloquio telefonico tra lui e il presidente cinese Xi Jinping, sulla cooperazione bilaterale.

SUDAN. Capolavoro dell’intelligence italiana, in collaborazione con la polizia di Tunisi: arrestato su mandato internazionale dalle forze dell’ordine sudanesi il terrorista tunisino Moez Fezzani, alias Abu Nassim, ex reclutatore di jihadisti in Italia. Era noto negli ambienti islamici estremisti milanesi, avendo fatto parte nel capoluogo lombardo di una cellula salafita (vicina ad al-Qaeda) dal 1997 al 2001. L’anno dopo si spostò in Pakistan, ma venne subito arrestato, detenuto a Bagram dagli americani fino al 2009 e poi rispedito in Italia, per effetto dell’estradizione;  iniziò quindi un processo a suo carico, a Milano, per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, che ha portato prima all’assoluzione, nel 2012, a cui però era seguita l’espulsione, e poi alla condanna, nel 2014.  Condanna che consiste in 5 anni e 8 mesi di reclusione. Nel biennio intercorso tra il 2012 e il 2014, però, Fezzani non era stato certo con le mani in mano: sistematosi in Libia,  era diventato il responsabile dei campi di addestramento dell’Isis, e quindi aveva contribuito a costruire l’attentato al museo del Bardo a Tunisi (marzo 2015). Proprio per questo verosimilmente non rivedrà l’Italia per la terza volta ma sconterà i suoi anni di carcere in patria.

TURCHIA. Non si ferma la campagna di repressione degli avversari condotta dal presidente Erdogan. Stamani all’alba, come rende noto l’Associazione per gli avvocati della libertà (Ohd),  la polizia ha fermato Levent Piskin, noto avvocato per i diritti umani, che aveva appena finito di parlare, nella prigione dove è attualmente detenuto, con Selahattin Demirtas, leader del partito filo-curdo di opposizione Hdp (Partito Democratico del Popolo). Demirtas è uno dei 10 deputati arrestati nei giorni scorsi per ordine el presidente turco.

GERMANIA. Fumata bianca per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. La Cdu, il partito della cancelliera Merkel, e l’Spd, i due partiti che formano la Grande Coalizione, hanno trovato l’accordo sul nome del socialista Frank-Walter Steinmeier. Il mandato dell’attuale presidente Joachim Gauck scadrà a febbraio 2017. Steinmeier, sessant’anni, è il primo socialista dai tempi di Willy Brandt a essere diventato ministro degli Esteri: ha ricoperto tale carica infatti dal 2005 al 2009, ed è tornato a ricoprirla a partire dal 2013, avendo sempre la Merkel come capo del gocverno. Dal 2005 al 2009 era stato anche vice-cancelliere.
 

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