Una parola sola.
Una parola sola risulta registrata nella scatola nera con le conversazioni in cabina di pilotaggio del volo Egyptair 804 inabissatosi il 19 maggio scorso nel Mediterraneo, con 66 persone a bordo (56 passeggeri, 7 membri dell’equipaggio e 3 agenti di sicurezza). E quella parola è “Incendio”.
A svelare il fono-segreto la Commissione egiziana che indaga sul disastro. “Tuttavia – sottolinea il collegio inquirente – è prematuro saltare a delle conclusioni”. Però, se è vero che due indizi fanno una prova e che già a giugno la stessa commissione parlava di “fumo a bordo” (sulla base della “testimonianza” del segnalatore automatico dell’apparecchio, che avvertiva la presenza di “fumo nelle toilettes e nell’ambiente dei comandi automatici", e poi anche della perizia del medico legale), l’esatta ricostruzione dello scenario eziologico potrebbe essere davvero ad un passo. Frattanto tutti i corpi delle vittime sono stati recuperati e saranno trasportati al Cairo per le dovute e necessarie analisi.
Il volo Egyptair 804, effettuato con un Airbus A320-232, era partito da Parigi (aeroporto Charles De Gaulle) alle 23.09 locali del 19 maggio ed era atteso allo scalo del Cairo per le 3.00 del giorno successivo.
L’Airbus, in realtà, viaggiava già da parecchie ore, in quanto aveva già fatto le tratte Asmara-Cairo e quindi Cairo-Tunisi e Tunisi-Cairo. Proveniva, quindi, dalla capitale egiziana, dove sarebbe dovuto tornare per completare la “giornata”. Tuttavia, com’è ormai noto, un’ora prima dell’arrivo previsto, esso è misteriosamente colato a picco dopo avere – come ha riportato il ministro della Difesa greco, Kamménos - virato di 90 gradi a sinistra e poi di 360 gradi verso destra scendendo da un livello di volo 370 (quindi oltre i 30.000 piedi) a 15.000 piedi di altitudine.