Black Saturday di Chicago?
O battaglia di Chicago? In realtà si può dare la preferenza a ciascuna di queste due formule, per definire il fattaccio in cui è incappato, stavolta senza neppure andarsela a cercare direttamente (ciò che è accaduto è stato semmai una conseguenza di quanto ha seminato), il finora più forte candidato repubblicano alla presidenza Usa, Donald Trump.
Nella città dell’Illinois, infatti, il bilionario è stato costretto ad annullare il suo comizio perché, poco prima che entrasse in scena, era scoppiata una fiera battaglia tra alcuni manifestanti anti-Trump, soprattutto neri e ispanici (le comunità più maltrattate dal magnate, insieme agli islamici), e i Trumpers, sostenitori del candidato, che proprio qualche giorno prima li aveva incentivati a picchiare quelli che non la pensavano come loro, promettendo di pagare le eventuali spese legali.
L’episodio fa il paio con quello del comizio di St. Louis, in Missouri, dove l’intervento di Trump era finito anzitempo perché in mezzo al pubblico era scoppiata una mega-rissa, e a nulla era servito che il candidato si rivolgesse ai disturbatori dicendo loro “Andate a cercarvi un lavoro”. Anzi, aveva contribuito ad esacerbare ulteriormente gli anni.
Una manna per i suoi competitori. Se la gode Ted Cruz, che in mezzo al clamore per tali vicende va a prendersi in Wyoming nove dei dodici delegati in palio, lasciandone solo uno a Trump. E inoltre vince i caucus in Iowa (28%) mentre Marco Rubio trionfa a Washington D.C.
Ma gli imbarazzi trumpiani sono anche pane per i denti degli avversari democratici. Lapidario il commento twittato dal sindaco democratico di New York, Bill De Blasio: “Ė un razzista”. Intanto, rimanendo in di primarie, sempre in Iowa la Clinton batte Sanders di strettissima misura: alla First Lady è andato il 49,9% dei voti, ma il senatore del Vermont si è difeso benissimo, chiudendo col 49,6%.
E all’indomani dei fatti di Chicago St. Louis, non si è esento dall’intervenire neppure il presidente Obama per rivolgere un’esortazione precisa a tutti i candidati in lizza nelle presidenziali. Stop ad “insulti e violenze contro altri americani”, ha tuonato il presidente intervenendo a una raccolta fondi pro Democratici a Dallas, in Texas. “I candidati si concentrino su cosa fare per rendere le cose migliori, anziché creare divisioni di razza e di fede.”