ROMA - Dopo giorni di incertezze sembra che si sia trovato l'accordo tra Italia e Libia per poter rimpatriare le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano, i due tecnici uccisi dopo essere stati rapiti da gruppi filoislamici. I due facevano parte di un gruppo di quattro ostaggi, due dei quali fuggiti e rientrati nei giorni scorsi.
A darne notizia è l'Ansa che questa mattina parla anche di dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri di Tripoli che, al Messaggero, avrebbe fatto sapere che i due uomini sarebbero stati uccisi con un colpo alla nuca, insomma una vera e propria esecuzione a sangue freddo compiuta da criminali tunisini. Una conclusione di questo tipo non fa che confermare che la lotta ai gruppi armati in Libia resta una delle priorità negli interventi previsti. Intanto Gentiloni - ministro degli Esteri italiano - ha fatto sapere che il rapimento non è riconducibile a gruppi direttamente legati all'Isis ma, come detto, a gruppi filoislamici operanti tra Mellita, Zuwara e Sabrata. Inoltre, precisa il ministro, per il rientro dei nostri connazionali non è stato pagato alcun riscatto.
Dello stesso avviso le conclusioni a cui si è arrivati ieri a Venezia nell'incontro bilaterale tra il presidente Hollande e Matteo Renzi, ribadendo che la priorità ora è la formazione di un governo libanese stabile in poco tempo, volto a contrastare l'avanzata dello Stato Islamico.