Dietrofront sulle politiche di accoglienza per i migranti.
Ė quello che chiedono a Frau Angela una quarantina di parlamentari dell’ala più conservatrice del suo partito, la Cdu, con una lettera aperta. Franca, diretta, realistica, indirizzata il 20 gennaio.
La situazione oggettiva si illustra da sé, e si può riassumere in poche parole: la Germania non può permettersi di sostenere ulteriormente il costo delle frontiere aperte agli immigrati. “Alla luce degli sviluppi maturati negli ultimi mesi”, si legge nella lettera, “non si può più parlare di una grande sfida”. E, quello che di certo fa più paura, è il rischio collasso, a livello sociale oltre che economico: “Il nostro paese sta per essere sopraffatto”.
I parlamentari firmatari di questo appello non sono in realtà i primi componenti della Bundestag ( e colleghi di partito della stessa cancelliera) a consigliare alla Merkel un ripensamento sul tema con una comunicazione congiunta: già all’inizio dello scorso autunno, come scrive il Fatto quotidiano, un gruppo di 34 cristianodemocratici, alcuni anche in odore di scissione, si era fatto sentire e con le stesse modalità.
Tra la prima e la seconda lettera altri segmenti della vita pubblica tedesca si erano mossi contro il caos interno provocato dalla linea Merkel sull’immigrazione. Ricordiamo a fine ottobre 2015 le lamentele del presidente del sindacato federale della polizia tedesca, Rainer Wendt, il quale disse senza mezzi termini che in Germania era "scoppiato l’Inferno”, con “violenza quotidiana per le strade, anche sessuale, gente che rispetta solo la sharia, episodi di schiavitù”; e in mezzo a tutto questo, denunciava “l’inadeguatezza dei centri di accoglienza”. E poi i cittadini di varie regioni, in primis la Baviera, che con il loro presidente Horst Seehofer, invocavano la “legittima difesa” di fronte alla pressione alle frontiere.
Aprendo a suo tempo ai migranti con regolare permesso di soggiorno (dopo l’accordo preliminare con gli altri Paesi Ue sulla loro distribuzione in quote), Angela Merkel, come, scrisse Libero, aveva intenzione di realizzare un piano, appoggiato fortemente anche dagli industriali, che aveva un duplice scopo: creare un esercito di 500mila nuovi lavoratori (provenienti perlopiù da Siria e Medio Oriente) a basso costo, a fronte dell’espulsione di altri 75mila migranti del tutto privi di requisiti di permanenza; e inoltre dare uno sbocco alla crisi demografica tedesca. Puntava, cioè, su “immigrati selezionati”, che con un lavoro e le garanzie di un welfare tra i più avanzati d’Europa non avrebbero potuto che aggiungere altra ricchezza al Paese. Tuto questo, però, non ha evitato che, persino in Germania, scoppiasse l’emergenza sociale.