Change: you can make it anche con Hillary.
Alcuni gruppi terroristici (ci riferiamo ad Al Shabaab) hanno già virtualmente “eletto” alla Casa Bianca quello che appare in modo sempre più probabile il competitor repubblicano di Lady Clinton; ma nel voto reale bisognerà poi fare i conti con chi veramente sta dalla parte di chi.
Se “mr. Gold” Trump, con le sue inesauribili risorse private, non ha certo bisogno di dare la caccia ai finanziatori (o comunque non in modo troppo spasmodico), è anche vero però che dietro ogni dollaro incassato c’è sempre il volto, crediamo sorridente e speranzoso, di un elettore incamerato. Se poi quei dollari sono 112 milioni si può pensare in grande. Vero, American Iron Lady?
Provate ad immaginare un Obama col rossetto, la chioma bionda e la pelle notevolmente schiarita: avrete una Hillary Clinton giustamente fiera del fatto di aver eguagliato, grazie ai 55 milioni raggranellati proprio nelle ultime settimane del 2015, il record obamiano di fondi raccolti per una campagna elettorale. Quella del 2012, non quella del 2008, che vide il presidente afro-americano fare un boccone proprio della Clinton alle primarie democratiche.
Stavolta, invece, l’avversario più temibile per l’ex Segretario di Stato si chiama Bernie Sanders, ultrasettantenne senatore del Vermont, che in Iowa, lo Stato da dove a febbraio partirà il tour delle primarie dell’Asinello, stando ai sondaggi potrebbe ribaltare la sua situazione di svantaggio rispetto all’avversaria. E non solo lì, forse.