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Roswell compie gli anni oggi, ma forse è l’Italia a detenere il primato dell'UFO crash n°1 della storia

Nuove rivelazioni parlano di uno schianto in Italia in epoca fascista, 14 anni prima Roswell

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 Oggi si celebra il 76° anniversario dell’incidente di Roswell, Nuovo Messico, l’UFO crash (o “UAP” se volessimo seguire il gergo ufologico moderno) più famoso al mondo. 

Ma siamo sicuri sia il primo UFO crash della storia?

A cambiare le carte in tavola ci sarebbero alcune recenti confessioni dell’agente del National Reconnaissance Office David Grusch. L’ex funzionario, dopo aver fatto una serie scioccante di dichiarazioni sotto giuramento al Congresso – tra le quali l’esistenza di un programma governativo super-segreto attraverso il quale gli USA sarebbero venuti in possesso di diversi velivoli extraterrestri e di tecnologie avanzatissime tramite retro-ingegneria - ha poi aggiunto che ben quattordici anni prima (giugno 1933) di Roswell, nel nord Italia, nell’area tra Sesto Calende e Vergiate, ci fu lo schianto di un’astronave aliena. L’intera faccenda venne prontamente insabbiata dal governo fascista di Benito Mussolini col coinvolgimento diretto del Vaticano, mentre i resti dell’astronave sarebbero stati recuperati in un secondo momento dalle forze statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale. 

Come riportato sui media francesi, Grusch dice di essere in possesso di queste informazioni poiché informato da un altro funzionario a suo dire coinvolto in prima persona nel programma governativo USA di recupero di velivoli non terrestri.

A corroborare le sconvolgenti dichiarazioni di Grusch sul presunto UFO crash nostrano, e in corrispondenza del Sunday’s World UFO Day tenutosi il 3 luglio scorso, il Daily Mail ha pubblicato i dettagli e il materiale documentale di cui è in possesso l’ufologo e ricercatore italiano Roberto Pinotti.

Pinotti, da anni presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), ha infatti recentemente rivelato di essere in possesso di elementi probanti che confermerebbero quanto dichiarato oltreoceano sullo schianto di un’astronave in Italia nel giugno del 1933.

Non è la prima volta che Pinotti pone all’attenzione della comunità ufologica e del pubblico le sue presunte prove documentali. Un primo tentativo venne fatto anche nel 2000, anche se allora le dichiarazioni del ricercatore vennero accolte con eccessivo scetticismo e la notizia ebbe difficoltà persino a uscire dai confini italiani.

Dall’intervista rilasciata al Daily Mail, Pinotti racconta che la sua investigazione su quanto successo nel giugno del 1933 cominciò nel 1996, assieme al suo collega Alfredo Lissoni, proprio in forza delle informazioni di cui erano venuti in possesso. L’intero corpo di supposte prove documentali venne spedito a Pinotti da una fonte anonima, che affermò di averle ricevute in eredità da un familiare coinvolto nel programma UFO di Mussolini.

Nello specifico, Pinotti venne in possesso di due telegrammi partiti dall’Agenzia Stefani e datati 1933, nei quali si chiedeva massimo riserbo e assoluta segretezza circa un presunto “atterraggio su suolo nazionale ad opera aeromobile sconosciuto”. 

L’altro telegramma, riportante data 13 giugno 1933, avverte i giornalisti e i curiosi che chiunque avrebbe diffuso notizie di un velivolo di origine e natura sconosciute sarebbe andato incontro ad “arresto immediato” e “pene fino a deperimento”.

Pinotti poi racconta al Daily Mail del presunto coinvolgimento nella faccenda del misterioso ed elusivo Gabinetto RS/33 (Gabinetto Ricerche Speciali 33), dipartimento istituito dallo stesso Mussolini per lo studio di dischi volanti e incidenti UFO - secondo alcune teorie mai confermate diretto dal premio Nobel Guglielmo Marconi e composto da figure di spicco tra i gerarchi fascisti, come Italo Balbo e Galeazzo Ciano.

Un altro telegramma dell’epoca partito dall’Agenzia Stefani chiarisce ulteriormente la gravità degli eventi:

 

«Caro Alfredo,

del caso Moretti non si può parlare che a quattr’occhi data la delicatezza e la particolarità della vicenda. Il Gabinetto RS/33 è ormai un ente autonomo e nessuno può scriverne senza le indicazioni opportune. Per quanto ne so e posso confidarti, l’ente è formato da soli scienziati italiani, ma la presenza di elementi germanici è quasi certa, soprattutto per le concessioni dello stesso Duce che aspira alla reciprocità. Se mi chiedi consiglio eccolo: non dire a nessuno – ripeto nessuno e ciò comprende anche i parenti più stretti – quanto hai visto. (…) Posso assicurarti che un caso analogo precedente si è concluso con il ricovero in manicomio. Dunque, occuparti di certe cose può essere pericoloso. Distruggi questo foglio dopo la lettura».

 

Ad affastellarsi nel corpo di supposte prove detenute da Pinotti anche un memo scritto a mano e datato 22 agosto 1936, nel quale è raffigurato un bozzetto di un disco volante, di forma cilindrica, con una strozzatura appena prima del fondo, oblò disposti sui fianchi dell’apparecchio e luci rosse e bianche, apparentemente avvistato nei cieli di una non meglio specificata zona del nord Italia.

Nel tentativo di localizzare il sito dell’incidente e quello di recupero e conservazione dei resti, Pinotti ha messo insieme i dati e le informazioni in suo possesso, individuando lo stabilimento aereonautico SIAI Marchetti a Sant’Anna di Vergiate come possibile candidato poiché vicino al presunto luogo dello schianto e anche perché durante la seconda guerra mondiale venne regolarmente risparmiato dai bombardamenti degli alleati. Viene da domandarsi il motivo di tanto zelo nell’evitare di colpire gli hangar della base SIAI Marchetti, per la precisione quelli di Sesto Calende: che vi si stesse proteggendo qualcosa? Nessun dato certo, per ora.

In linea con quanto ha affermato di recente Grusch, dodici anni dopo il presunto schianto di un disco volante a forma campanulare nei pressi di Magenta, l’intero territorio finì sotto il controllo USA e UK e i resti del velivolo – fino ad allora in possesso del governo fascista – sarebbero stati recuperati dall’OSS (Uffico dei Servizi Strategici americano) e portati oltreoceano.

Le recenti rivelazioni e il materiale nelle mani di Pinotti hanno incontrato la consueta dose di debunking e scetticismo, tuttavia l’aria sembra stia cambiando e diverse personalità di spicco nell’ambente ufologico, come ad esempio l’ex capo dell’unità investigativa UFO statunitense e Lue Elizondo, coinvolto nel AATIP (Advanced Aerospace Threat Identification Program) al Dipartimento della Difesa stanno prendendo la faccenda seriamente, come si legge sull’inchiesta del Daily Mail.

A ulteriore supporto della vicenda il giornale inglese riporta le dichiarazioni di un uomo del posto che avrebbe informazioni precedenti la scoperta del materiale di Pinotti. Si tratta di Marco Negri, 42 anni. Negri riferisce alla testata inglese come il suo bis-bisnonno raccontasse a suo padre storie su uno strano oggetto metallico schiantatosi a Magenta negli anni ’30. Le storie che suo padre si faceva raccontare dal nonno e che a sua volta raccontava a lui nei primi anni novanta, sono da considerarsi secondo Negri un ulteriore elemento a conferma di quanto sostenuto da Pinotti e solo recentemente dal gola profonda americano David Grusch. In linea con le informazioni di Pinotti, per giunta, anche il suo bis-bisnonno sembrerebbe confermare il rinvenimento all’interno dell’astronave di due corpi di esseri dai capelli biondi. Negri riferisce che il suo bis-bisnonno li avrebbe descritti come “grandi quanto fanciulli”, mentre Pinotti nelle sue conferenze ha più volte parlato di esseri alti circa 1,75m con “capelli e occhi chiari”.

Il Dipartimento della Difesa americano ad oggi – come era prevedibile data la portata di simili affermazioni - tuttavia nega qualsiasi recupero di oggetti schiantati in Italia da parte degli Stati Uniti.

Se le ipotesi sullo schianto venissero confermate, l’incidente di Magenta sarebbe di fatto il primo UFO crash della storia moderna (spodestando l’UFO crash di Roswell) e andrebbe ad aggiungersi alla crescente mole di informazioni a sostegno del progetto di disclosure (il data dump di informazioni e rivelazioni sulla realtà extraterrestre attualmente in corso, letteralmente “divulgazione”) e alla consapevolizzazione del mondo intero sulla tema UFO/UAP ed extraterrestri.Alfredo,

 

 

 

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