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I videoregistratori virtuali

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È fuori dal dubbio che la comodità d'utilizzo dei videoregistratori virtuali abbia permesso a questi dispositivi di espandersi a macchia d'olio su tutto il territorio italiano. Utilizzando questo tipo di dispositivi è possibile registrare i programmi televisivi dall'inizio alla fine senza alcun problema. A differenza dei videoregistratori tradizionali, quelli virtuali permettono di registrare specificatamente il contenuto e non il range di tempo in sé. Il registratore virtuale può essere sia inserito in un set-top box che venduto a parte.

Il videoregistratore virtuale può avere anche molte altre funzioni rispetto ai videoregistratori tradizionali. In primis può individuare la pubblicità, saltandola. Inoltre è in grado di effettuare il time-shifting permettendo ai clienti di vedere un programma in differita. In questo modo è possibile mettere il programma in pausa oppure effettuare il replay delle parti interessanti. Questo permette al telespettatore di liberarsi dagli schemi impostati dai palinsesti televisivi, costringendo le reti televisive alla creazione di formati pubblicitari nuovi e di palinsesti che tengano in conto queste particolarità dei videoregistratori virtuali.

Per codificare i segnali video i videoregistratori virtuali fanno un ampio utilizzo del formato MPEG, che però non è ancora molto diffuso in Italia. Il programma in questione può essere registrato su un hard disk o su di una chiavetta USB. Proprio le chiavette USB sono i supporti di memoria più comuni. Tuttavia, per registrare un programma per intero su una chiavetta USB occorre che questa abbia abbastanza spazio disponibile, altrimenti la registrazione sarà spezzata.

Le marche di vireoregistratori virtuali più diffuse nel mondo sono ReplayTV DNNA (prodotto dalla Digital Networks of North America inc.) e TiVo, anche se con il trascorrere del tempo sempre più produttori offrono i propri prodotti al pubblico. Per esempio in Gran Bretagna la marca di videoregistratori più diffusa è la Sky Plus, nonostante la crescita dei modelli Thompson e TiVo. Tra gli altri modelli occorre ricordare la Thomson SA, Pace, Humax e Fusion, tutti dei produttori che forniscono i videoregistratori virtuali anche per il digitale terrestre.

Le funzioni dei videoregistratori virtuali stanno venendo incorporati dalle principali società televisive satellitari nei set-top box. In questo caso la codifica del segnale non si rende necessaria, in quanto è già nel formato MPEG ed è digitale. Il videoregistratore virtuale procede semplicemente registrando il flusso del segnale su un disco rigido. Tra i principali produttori dei set-top box di questo genere spiccano DirectTiVo, Comcast e Digeo.

Dal canto loro, i trasmettitori televisivi possono modificare alcune caratteristiche del servizio offerto grazie alla tecnologia DRM. Questa permette di eseguire la registrazione unicamente di alcuni eventi o programmi, nonché di precaricarli e vietando di saltare la pubblicità. Altresì le tecnologie DRM, messe a punto per i trasmettitori che vorrebbero tutelarsi, possono permettere ai broadcasters di far scadere le registrazioni dopo un certo range di tempo. È possibile che in futuro la tutela degli trasmettitori venga ulteriormente implementata per non abbassare i loro guadagni derivanti dalla pubblicità.

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