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Scontri per la morte di Ramy a Milano, la fidanzata: "Non va ricordato con bottigliate e urla" - Video

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A vedere le immagini delle tensioni nel quartiere Corvetto per la morte di Ramy Elgaml, il 19enne morto nella notte tra sabato e domenica mentre viaggiava su uno scooter inseguito dai carabinieri “mi si stringe il cuore. Noi stiamo lottando per una morte, non vogliamo crearne altre”. Lo dice Neda Khaled, che a Ramy - racconta - era legata da quatto anni da un rapporto sentimentale. “Ramy era la mia vita. Mi ha scritto alle 3.15. Cinque minuti prima di schiantarsi mi ha mandato una foto in moto. Gli ho risposto alle 4.01, un minuto dopo che se n’è andato”, racconta Neda, intercettata dall’Adnkronos insieme a un gruppo di amiche in via dei Cinquecento, vicino ai tanti cartelli che chiedono “verità per Ramy”.  

“Voglio chiedere sincerità, verità e giustizia. Voglio che ci vengano dette le cose com’erano: Non mi interessa neanche perché stava scappando. Non è quello il punto. Voglio solo sapere cosa gli è successo. Mi girano troppe domande in testa, voglio risposte, voglio essere in pace anche io”, dice la 19enne, senza lasciar trasparire rabbia. Le scorse sere - racconta - “sinceramente non sono mai scesa” in strada con i ragazzi che nelle proteste hanno appiccato fuochi, lanciato petardi e scoppiato fuochi d’artificio. Questo “non perché non tengo a Ramy, ma perché a vedere quelle immagini mi si stringe il cuore. Noi stiamo lottando per una morte, non vogliamo crearne altre. Domenica hanno investito una ragazzina, Ramy non lo avrebbe mai voluto. Non dico che sbagliano a protestare, anzi se non avessero protestato il suo nome non sarebbe mai uscito. Adesso tutti sanno chi è Ramy, però comunque fa male vedere bottiglie, gente che si picchia, insulti e urla. Non è così che dev’essere ricordato Ramy. Dev’essere ricordato come una persona pacifica e tranquilla che non cercava e non creava problemi”. 

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