Il giorno dopo il tentato investimento con uno scooterone del prete antispaccio in via dell'Archeologia, finito tra gli spari con un poliziotto travolto dall'aggressore a sua volta ferito e con il collega colpito durante una colluttazione con l'aggressore al momento del fermo, a Tor Bella Monaca sembra non sia successo nulla. A terra, proprio davanti al punto in cui le pistole hanno fatto fuoco, c'è il casco di una moto. "Ma non è di quello che è stato fermato - dice all'Adnkronos un ragazzo che a fatica si regge in piedi, stravolto dalla droga alle 13 del mattino - Io lo so, era di uno con lo Scarabeo che lo ha buttato perché diceva che con quello lo guardie lo fermavano sempre".
I palazzoni tutti uguali senza balconi fanno ombra alle lingue d'asfalto invase dai rifiuti che qui pare raccolgano solo i rom armati di passeggini per trasportare il 'bottino' del giorno. Gli spacciatori, quelli che don Antonio Coluccia cerca di dissuadere e redimere, sono serafici in strada. Chi seduto tra i muretti, chi affacciato alla finestra a controllare sia tutto libero. Sorridono, l'atmosfera è rilassata e mentre uno di questi fa 'pausa pranzo' in una aiuola che emana un odore insopportabile, un van Ncc accosta in doppia fila. Il conducente scende, finge di stringere la mano a quello che fino a poco prima addentava il panino per poi rimettersi alla guida. Tutto questo alla luce del sole. "Ma no, ieri che è successo?" dice sornione all'Adnkronos un altro di questi. "Qui può capitare, ma alla fine questo posto mica è così male? Ci sono le famiglie, i bambini - spiega - si sta bene". (di Silvia Mancinelli)