"Quanto sta accadendo al Generale Vannacci domani potrebbe toccare a chiunque altro si azzardi a esprimersi contro la dittatura del politicamente corretto. Siamo arrivati al pericolosissimo punto per cui è lecito scrivere solo idee conformi al mainstream e ai dogmi culturali di un certo pensiero radicale. La rimozione dall’incarico del Generale per aver esercitato la sua libertà di espressione rappresenta un pericoloso precedente che colpisce le opinioni di tutti". Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus. Â
"Per questo - chiarisce Brandi - abbiamo lanciato una petizione No alla dittatura del pensiero unico! Libertà di espressione per il Generale Vannacci per difendere la libertà di espressione sancita nell’art. 21 della Costituzione italiana. Piuttosto che avviare procedimenti disciplinari nei confronti di un militare che ha espresso in un libro le sue opinioni personali, il Governo dovrebbe immediatamente attivare centinaia di procedimenti disciplinari nei confronti di tutti quegli insegnanti e dirigenti scolastici che permettono che ai nostri figli e nipoti ogni giorno nelle scuole venga propinata l’ideologia gender, non solo senza fondamento né legale né scientifico, ma addirittura dannosa come appunto quelle ideologie che inducono i ragazzi a mettere in crisi la loro identità sessuale, iniziare percorsi per il cambiamento di sesso, o li convincono circa la bontà della pratica dell’utero in affitto e di altre pratiche aberranti e criminali", conclude Brandi. Â