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India Radical Chic

Negli anni 60 era la meta di simpatici giramondo oggi attingono all’India anche snob e danarosi

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L’india oggi non è solo misticismo, avvicinamento ad una filosofia spirituale, meditazione e sostanze. India oggi significa la pochette di Chanel in fantasia arabesque sul modello degli antichi maraja. L’india  è sempre la terra del sogno ma l’abbiamo portata in occidente inserendola nei nostri accessori e nella nostra vita adattandola alle nostre esigenze. Questo strano misterioso paese lo ritroviamo nei divani Moissoner nelle loro fantasie damascate, negli abiti dei maggiori stilisti ,nei costumi di Etro come  nei profumi al patchouli di Crishtian Dior e nelle creme di bellezza di lancome.
Anche le sale cinematografiche assistono a questa nuova e allo stesso tempo inossidabile tendenza. E’ di questa primavera l’uscita della pellicola The Best Exotic Marigold Hotel del regista John Madden , ambientato a Jaipur nel palazzo dei venti dove un gruppetto di attempati e benestanti inglesi sono intenti a cercare loro stessi nella migliore tradizione.
La voglia di  India la si scorge anche nel lavoro di un altro regista inglese Michael Winterbottom che ha utilizzato le 33 bellissime suite del Ranvas Naguar Hotel di Jodhpur  per girare Trishna, trasposizione contemporanea del classico Tesso f D’Ubervilles dove la bellissima Freida Pinto protagonista di Millionaire interpreta la fanciulla protagonista di un contrastato amore con un ricco manager inglese.
Le guide turistiche si adeguano al nuovo pubblico. Vanno a ruba le Love Travel Guides dell’australiana Fiona Caufield che ha appositamente redatto affinché ci si innamori dell’India in modo glamour. Nelle sue guide rivestite di seta non si propongono i soliti itinerari dell’ultimo minuto possibilmente a basso costo ma ci si rivolge ai vagabondi lusso a coloro che vogliono viaggiare nel paese degli elefanti con grande stile, magari rifugiandosi in una  fattoria ayurvedica e viaggiare sui trenini himalayani con valigie realizzate a mano da marchi prestigiosi. L’india guardata da occhi raffinati insomma e non solo più annebbiati da aneliti di libertà selvaggia  tant’è che le formule di accoglienza turistica sposano con piacere questo nuovo viaggiatore occidentale.   Ne è un esempio  il TAj safari de luxe dove il turista unisce il dilettevole all’aiuto concreto alloggiando  al Pashan Garh al Panna National Park a stretto contatto con le comunità locali e fornendo  il proprio contributo al benessere del villaggio pagando 312 euro al giorno. Altro esempio il lavoro dell’agenzia Blossom Holidays che recluta turisti interessati a una visita di un set di Bollywood o alla partecipazione ad un matrimonio imperiale.

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