Perchè non regalare della buona musica? Come il Cd di Reinaldo Santiago è nato e cresciuto a Salvador de Bahia, la città del Brasile sudorientale crocevia del maggior numero di culture musicali del paese. Strumenti dall’Europa del nord e mediterranea, le percussioni africane ed il ballo indigeno, amalgamati nei suoni del jazz, del funk e della world music: questo è il vasto bagaglio di Reinaldo, batterista brasiliano attivo nella scena jazz italiana dagli inizi degli anni Duemila, e “No Name” ne è un prodotto esemplare.
Il disco è volutamente senza nome, sottolineando la sua ecletticità. Nel booklet l’artista scrive
“Questo disco non ha un nome, un genere musicale o nemmeno uno stile e non so dove questo CD potrà essere messo nei negozi di musica. Ma come tutte le forme d’arte avrà la forza di raggiungervi”.
E la collettività delle composizioni, create insieme a Mikael Mutti e Greg Burk, riesce ad essere variopinta senza stonare, autocompiacersi o perdersi nei tecnicismi eccessivi che a volte affliggono la fusion.
Santiago, alla batteria, è inquadrato in un quintetto con Federico Procopio alla chitarra, Antonello Sorrentino alla tromba, Lewis Saccocci al pianoforte e Giulio Scarpato al basso, con cui si muove con leggerezza lungo un sentiero fondamentalmente jazz, punteggiato di colore tipicamente brasiliano, come nel brano introduttivo “Abaeté”, pieno di suggestioni sonore e ritmiche "amazzoniche", od in “ĺndios Tupã”, dove Reinaldo si esprime anche cantando nella sua lingua natale.
Notevoli i riferimenti al paesaggio italiano, da cui Reinaldo è sempre stato ispirato e in cui ha scelto di fermarsi per creare la sua musica, stabilendosi nella cittadina laziale di Cerveteri. Composizioni come “Città di Castello” e “Casa 62” ricostruiscono, in un ideale bozzetto sonoro, il suo percorso creativo e lavorativo all’interno di manifestazioni musicali importanti come l’Umbria Jazz Festival, richiamando gli storici arrangiamenti italiani per musica leggera degli anni Sessanta, che Santiago ha sempre apprezzato e usato come fonte d'ispirazione.
“Samba for Metheny”, omaggio di Reinaldo al monumentale chitarrista fusion americano che ha avuto modo di essere eseguito anche nella storica trasmissione musicale “Brasil” di Rai Radio Uno, è il viatico ideale verso la chiusura del disco, la energetica jam session “Black Bird”, dove i componenti del quintetto sembrano sfidarsi in un progressivo inseguimento in tempi dispari con repentini cambi di ritmo.
"No Name" è, in conclusione, un progetto atipico con delle vette di ispirazione da cui ogni ascoltatore può scorgere quello che desidera, accompagnato dalla tempra ritmica caratteristica del Brasile, dalla costanza tecnica della fusion contemporanea e dall'estro di un artista che potrà dire molto nel panorama musicale italiano.