Questa l’autodifesa del sindaco Marino in una nota: "In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell’interesse della città . E’ di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome. Di che cosa si preoccupano oggi i romani? Dei rifiuti, dei trasporti pubblici o degli scontrini delle mie cene di lavoro? Ciascuno si dia la sua risposta e sono convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini sia interessata ai problemi di Roma. Di questo mi sono occupato anche oggi. Ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche. Ho già dato mandato alla Ragioneria di calcolare questa stessa notte al centesimo le spese di rappresentanza pagate con la carta di credito e domattina staccherò l’assegno per l’intera cifra, ivi compresi quei 3.540 euro investiti nella cena con il mecenate Usmanov, arrivata alla fine di una serie di incontri che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro. E’ grazie a quelle risorse che stiamo restaurando, tra l’altro, la fontana del Quirinale''.
Il sindaco non molla e dice di voler proseguire sulla strada del cambiamento ma il suo partito non lo difende più , troppe beghe, troppe contestazioni nei confronti del sindaco di Roma e sintetizza bene la posizione piddina l’intervento del deputato Pd Michele Anzaldi sul quotidiano Huffington Post Serve una discussione ampia: è giusto che l'Amministrazione della città vada avanti così?".
A far partire l’indagine dalla carta di credito del sindaco Fratelli d'Italia e Movimento 5 stelle. La procura di Roma ha acquisito i documenti e saranno ascoltati i negozianti dove la carta è stata presentata. Le spese riguardano una tintoria, l'acquisto di oggetti da destinare a celebrazioni religiose e all'acquisto per il buffet di un evento sportivo per un totale di 7.143 euro.