IL cadavere di uno povero bimbo di tre anni sulla spiaggia di un litorale turco in questi giorni ha fatto prendere coscienza all’opinione pubblica dell’ampiezza della tragedia che sta avvenendo sotto i nostri occhi. L’opinione pubblica che è passata da un’indifferenza compassionevole a uno tsunami emozionale e sotto l’onda di queste emozioni ha iniziato a chiedersi perché siamo arrivati a tanto.
La prima causa è sicuramente la Guerra irreponsabile all’irak
George W. Bush, era stato avvisato dalle Nazioni Unite, pregato di non arrivare ad una guerra che avrebbe messo sottosopra i fragili equilibri della zona tra sunniti e sciiti, tra il mondo persiano e il mondo arabo,il mondo laico e islamista. Era stato avvisato l’allora presidente degli Stati Uniti che se fosse andato fino in fondo con i suoi propositi bellicosi avrebbe instaurato il caos per un secolo. E due anni dopo il bilancio era già eloquente : centinaia di migliai di morti , i paesi sunniti e le zone cristiane controllate erano oggetto di continui attentati, l'Irak sciita era diventato una sorta di protettorato di Teheran e flotte di rifugiati iracheni cercavano di fuggire all’estero.
La seconda ragione è l'intervento in Libia un paese che è un Patchwork di tribu, fondato nel 1951 unendo Tripolitania , Cirenaica, e il Fezzan . Una costruzione a tavolino tenuta con mano di ferro da un buffone sanguinario come Gheddafi, ma capace di controllare le sue frontiere e con meno morti rispetto al caos attuale.
Oggi abbiamo un paese nelle mani di diverse milizie e due governi fantoccio , i gruppi jihadisti prosperano, le coste libiche sono diventate il porto franco di tutti i trafficanti di esseri umani.
La terza causa è la situazione di stallo in Siria. Nel 2011 la caduta di Bashar al-Assad era solo una questione di settimane, al massimo mesi. Quattro anni dopo è ancora lì, grazie in particolare ai suoi alleati iraniani e russi, ma anche a parte della popolazione che teme il potere delle milizie di Daesh l’equivalente dell’Isis in Siria. Gli americani non sono intervenuti. Obama memore di quanto successo oin Irak non vuole responsabilità. I russi sono alla ricerca di una soluzione, l'Arabia Saudita vuole promuovere avversari islamisti credibili, nel mentre sono i combattenti Daesh che prendono campo. Nel frattempo, il conflitto ha provocato una grande ondata di rifugiati: oltre quattro milioni di siriani sono fuggiti dal loro paese (1,2 milioni sono in Libano, 1,8 milioni in Turchia). E molti sognano l'Europa.
Ma non sono solo le guerre il motivo di tutto, una buona metà dei rifugiati che cercano di venire in Europa sono vittime di politiche economiche predatorie. Molti provengono da Eritrea, Somalia, e Africa centrale, tra cui la Nigeria, il gigante del continente la cui ricchezza petrolifera è scarsamente condivisa. Il "miracolo economico africano" sarà realizzato solo se la bomba “miseria” sarà disinnescata il prima possibile.
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