Dopo la destituzione del prefetto di Treviso e le frasi offensive del vicepresidente del Consiglio delle Marche al prefetto di Roma Franco Gabrielli, la categoria chiede un incontro con, Angelino Alfano, ministro dell’interno per "illustrargli una realtà che vede i prefetti circondati da enorme ostilità , alle prese con un'emergenza difficilissima da affrontare".
I prefetti insomma non ci stanno e ribadiscono che si è potuto affrontare l’emergenza immigrazione solo grazie all’operato dei prefetti. Concetto sottolineato più volte da Palomba presidente del Sinpref, il più rappresentativo sindacato della categoria.
"Non abbiamo solo il problema dell'immigrazione, che oggi é quello più di attualità , ma anche quello del terrorismo, dei comuni sciolti per mafia, dell'ordine pubblico. Sul tema dell'immigrazione siamo in prima linea e qui ci stiamo letteralmente inventando un mestiere, facciamo perfino gli agenti immobiliari" dichiara Palomba e aggiunge:
"La distribuzione sul territorio dei migranti giunti nel nostro Paese è realizzata completamente dai prefetti che applicano protocolli straordinari e direttive statali. E lo Stato per questo è chiamato a tutelarci in maniera forte non lasciandoci in balia dell'opinione pubblica o peggio di altri rappresentanti istituzionali. Sul territorio ci troviamo sempre a gestire i 'no' dei sindaci e lì dobbiamo inventarci soluzioni. Spesso su due piedi. Chiediamo quindi allo Stato che difenda in maniera forte i suoi rappresentanti sul territorio. I prefetti sono lasciati soli ad applicare le direttive del governo in tema di immigrazione, spesso in totale opposizione con altri rappresentanti dello Stato, in particolare i sindaci. Siamo diventati bersagli. Il governo ci tuteli".