Questo il testo della norma del decreto sul lavoro: "Accordo sindacale o autorizzazione ministeriale non sono necessari per l'assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore."
Si scatenato le ire dei sindacati primo tra tutti la Cgil che promette battaglia in parlamento e verifiche con il garante della privacy sulla possibilità di attuale la norma “ anche alla luce della raccomandazione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che mira a proteggere la privacy dei lavoratori di fronte ai progressi tecnologici che permettono ai datori di lavoro di raccogliere e conservare ogni tipo di informazione" chiosa la segretaria nazionale Serena Sorrentino.
"In un qualsiasi tribunale italiano si potrà invocare la raccomandazione che prevede limiti ferrei su qualsiasi tipo di controllo operato nei confronti dei dipendenti, sulla raccolta e l'utilizzo di tutti i loro dati personali. Viene così stabilito che ai datori di lavoro è vietato usare qualsiasi tecnologia al solo scopo di controllare le attività e i comportamenti dei dipendenti e degli ambienti in cui operano. Così come il limite dell'informativa al dipendente dei dati relativi al controllo e videosorveglianza utilizzati 'ad ogni fine' connesso al rapporto di lavoro basti a sancirne l'utilizzo da parte dell'impresa è in contrasto con il principio di riservatezza e della stessa raccomandazione del consiglio d'Europa". Conclude la segretaria Cgil.