Lo stand della Aletti Editore ospiterà anche Marco Giordano con la sua opera “Smart City? Le città non contano” - pubblicata nella collana “I Diamanti della Saggistica” - al Salone Internazionale del Libro di Torino, che si svolgerà dal 15 al 19 maggio 2025, negli spazi del Lingotto Fiere. Un’occasione unica che garantirà massima visibilità davanti a un pubblico di oltre duecentomila visitatori, per far conoscere un saggio che è un’inchiesta giornalistica trattata con attenzione e intelligenza.
Oggi si parla tanto di Smart City, le «città del futuro». Chi ci governa e amministra i territori, parla spesso di «sfide del domani», ma quando arriverà il «presente» in cui saremo in grado di affrontarle? «L’obiettivo di ripensare all’organizzazione degli spazi urbani - spiega l’autore, economista e giornalista, originario di Salerno, ma che vive a Torino - è ormai al centro del dibattito pubblico, ma spesso si tratta di parole, annunci elettorali che sono poi rimasti carta bianca. E’ diventato necessario individuare metodi “smart”, cioè, “intelligenti” di gestire e di amministrare i territori in cui viviamo».
Il libro si incentra proprio su questa domanda: come fa un’amministrazione ad amministrare il territorio? La risposta - secondo l’analisi di Marco Giordano - sta nell’importanza della raccolta dati. Solo così si acquisiscono competenze che consentono di elaborarli e solo così i territori riescono ad avere un’evoluzione socio-economica. A questi modelli l’autore dedica spazio nel suo saggio, con uno sguardo attento anche alle aree interne. Giordano, con la sua scrittura analitica e realistica, riesce a trattare tematiche attuali recuperando quella che è la missione del giornalismo: approfondire; reperire informazioni, verificarle ed elaborare la notizia da restituire alla comunità. «Uso una scrittura semplice e che mi piace definire “ciclica”: inizio, sviluppo, inizio. Perché penso non ci sia davvero una fine per un’inchiesta giornalistica. Ciò che deve restare sono, innanzitutto, le domande: una spinta alla curiosità, all’interrogarsi sulla realtà».
Nello studio di Marco Giordano emerge che dati e trasparenza sono i veri pilastri di una “Smart City”, in cui i cittadini non sono numeri, ma “contano”. «Non serve solo raccogliere i dati che ci riguardano - afferma il giornalista -; occorre anche restituirli alla comunità. Nel libro ho raccontato di diversi esperimenti fatti in alcune città, con cui i cittadini non sono diventati numeri ma li hanno usati per influire sulle decisioni politiche dell’amministrazione».
«Giordano – scrive nella Prefazione, Michele Buono, autore della nota trasmissione Rai, Report - con un punto interrogativo, si chiede se le città siano effettivamente intelligenti e prosegue con un’affermazione: Le città non contano. Nel senso che nelle città non viene elaborata a sufficienza la cultura dei dati, quelli prodotti a partire dalle attività delle persone, fino agli indicatori ambientali, economici e sociali».
Il termine “Smart” - che non vuole dire “facile” o “veloce”, ma “intelligente” - rimanda anche al mondo dei più giovani, che stanno crescendo all’insegna del multiculturalismo, del multilinguismo, del multidisciplinare. «Credo che le nuove generazioni abbiano quella marcia in più per guardare alle cose in un modo molto più complesso e meno riduttivo di quello che per troppo tempo abbiamo avuto, in un vecchio mondo, che già definivamo nuovo».
Lo scopo del lavoro di Marco Giordano - che si è ispirato, appunto, ad una inchiesta di Report - non è quello di offrire risposte o grandi soluzioni ma di sviluppare una coscienza critica che riesca a porre dei quesiti. «Occorre ripartire dai nostri territori, dal bisogno di fare rete, condividere risorse e potenzialità, per risolvere problemi e difficoltà diffuse e comuni. Ho raccontato spunti su come i cittadini possono avanzare pretese nei confronti delle proprie amministrazioni, le quali, a loro volta, possono trarre giovamento da queste pretese e tracciare percorsi di innovazione, coinvolgendo anche la cittadinanza».
Appuntamento, dunque, con le “Smart City” di Marco Giordano al Salone Internazionale del Libro di Torino. «È la prima volta che partecipo da autore, ma da semplice lettore e giornalista non perdo un’edizione da anni. Il Salone per me è sempre una settimana di “nutrimento”, in cui raccolgo linfa vitale».