ROMA – Emanato oggi l’ultimo bollettino medico dell’infermiere affetto da Ebola e che, fino a pochi giorni fa, risultava essere ancora febbricitante.
I medici dell’ospedale Spallanzani fanno sapere che le condizioni del paziente sono stabili con una 'riduzione dell'esantema'. Il bollettino prosegue e si legge che"i parametri vitali sono nella norma presenta astenia, è afebbrile, vigile e collaborante si alimenta autonomamente ed assume terapia per via orale e parenterale". La prognosi, puntualizzano i medici, "resta riservata".
Intanto continuano le polemiche nel sassarese, infatti come avevamo già detto (leggi) si erano presumibilmente verificati dei ritardi nelle operazioni di decontaminazione dell’abitazione in cui l’infermiere contagiato aveva passato i suoi primi giorni dopo il rientro dalla Sierra Leone. A distanza di giorni, si apprende dalla nuovasardegnagelocal.it, che anche la Federazione Sindacati ha puntato il dito contro la pessima gestione dell’emergenza sanitaria in corso.
A quanto pare tra il prelievo dei campioni di sangue del paziente e la comunicazione da riportare ai dirigenti sanitari sarebbe scattato un cortocircuito comunicativo, che ha innescato delle particolari criticità . Il quotidiano on-line sardo parla di una certa impossibilità di lavorare i campioni a causa della mancanza dei kit di trasporto chiuso, così come sono previsti dalle direttive del ministero. Altra questione è quella riguardante la centrifuga da utilizzare per le suddette analisi che sarebbe stata contaminata ed avrebbe quindi dovuto subire una ‘bonifica’ dedicata, rallentando ulteriorimente le operazioni.
Si sarebbe inoltre rischiata, inoltre, la contaminazione anche del reparto d’urgenza di ematologia con conseguente mancanza di protezioni individuali sia nel reparto che nel resto dell’ospedale. Infine un virus come Ebola, si legge sempre dalle righe della nuovasardegnagelocal.it, necessita, per essere contenuto in laboratorio di un ambiente definito TlsB4, vale a dire con un preciso grado di contenimento per gli agenti patogeni, al contrario il laboratorio utilizzato non rispetta questi parametri ma altri inferiori.
Considerando, come ultimo punto, che il campione di sangue sarebbe uscito dal reparto di malattie infettive per essere trasportato in un ambiente poco idoneo a causa dei turni lavorativi dei tecnici il sangue contagiato da Ebola sarebbe stato trattato come un qualsiasi campione di plasma. È stato poi reso noto da Mariangela Campus (Asl di Sassari) che gli operatori sanitari sono terrorizzati visto che hanno manipolato il campione in prima persona, considerando anche che l’ospedale di Sassari è sprovvisto di ‘superbarella’ e quindi il paziente è stato traferito in un ambiente asettico solo in seguito all’arrivo di quest’ultima da Roma.
Alla luce di questi dati però dagli uffici di via Roma (Sassari) si è saputo che il registro degli indagati per scoprire eventuali responsabilità è ancora scevro di nomi. Il procuratore Piras ha comunque fatto sapere che è sua piena intenzione far luce sulla vicenda e su eventuali responsabilità .