In questi giorni, il Parlamento Francese ha approvato una legge che istituisce, per i supermercati sopra i 400 metri quadrati, il "reato di spreco alimentare". Non sarà più possibile per i negozi, infatti, smaltire l'invenduto trasformandolo in rifiuto quando è di fatto ancora vendibile.
Purtroppo sono molte le aziende della grande distribuzione che fanno ricorso a questa pratica.
Ma quanto cibo sprechiamo?
Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare le popolazioni che soffrono di fame cronica. I dati della Fao parlano di 670 milioni di tonnellate di alimenti “buttati” nei paesi industrializzati e di 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo
Qualche esempio? Gettiamo 4 milioni di mele al giorno. La produzione di un pomodoro richiede 13 litri d'acqua mentre per una bistecca ne servono almeno 7mila. Solo in Gran Bretagna, vengono buttati ogni anno nel bidone della spazzatura 7,2 milioni di tonnellate di alimenti, 4,4 milioni dei quali, in realtà, ancora praticamente commestibili, che da soli producono 17 milioni di tonnellate di CO2. In Italia il rapporto tra le emissioni di CO2e il buttar via è pari a 4 milioni di tonnellate.
Il problema dello spreco alimentare è strettamente legato al tema più globale della sostenibilità che dovrebbe prevedere un'azione a più ampio raggio come il miglioramento degli imballaggi, le etichette, la raccolta e il recupero dei rifiuti, ma soprattutto sensibilizzare i cittadini. Fare tutti un esame di coscienza e cominciare a cambiare abitudini, perché lo spreco domestico è dominante!
Compriamo troppo e male. Scarichiamo le nostre frustrazioni al supermercato. Riempiamo il frigorifero e non sappiamo conservare i cibi in maniera adeguata. Un recente studio ha individuato nove tipi di spreco. Si va dal “fanatico del cotto e mangiato” al “cuoco esagerato”, passando per lo “sperimentatore deluso” fino “all’accumulatore ossessionato”, quello cioè che vive con l’imminente sensazione che scoppi una guerra o una carestia.
Pensiamo! Quando facciamo la spesa. Riesumiamo il vecchio foglietto con la lista delle cose da comprare, magari sarà Vintage ma decisamente utile.