Primo maggio con pochi festeggiamenti anche per il 2015, dove la mancanza dell'ingrediente principale colpisce il paese senza appello.
La festa del Lavoro viene celebrata il 1° maggio a ricordo dell'impegno sindacale e i traguardi raggiunti dalle maestranze in campo economico e sociale.
Purtroppo anche quest'anno non si concretizzano risultati in campo lavorativo, nonostante la paventata ripresa del mercato lavorativo annunciata da Bankitalia e Istat, con un dato in crescita di 0,2 punti percentuali rispetto ai mesi scorsi: valori che si scontrano con quelli della disoccupazione, oggi al 13% e cresciuta nell'ultimo anno del 4,4% ,pari a 138.000 persone rimaste senza lavoro.
Per quante speranze siano riposte su Expo 2015 dal Presidente Matteo Renzi, che ha parlato dell'esposizione come la ripartenza del paese, e che già si è fatta conoscere per i cronici ritardi, l'ausilio del lavoro volontario con 18.500 persone e i contratti lavorativi mortificanti e gestiti in maniera rocambolesca, risulta difficile che tale evento possa essere la scintilla che rimette in moto il paese.
Il Jobs act non mostra i suoi benefici effetti, ma anzi, dimostra come cancellare i diritti non crei affatto lavoro – afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, mentre cautamente il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti afferma che i dati diffusi da Istat vanno letti in un quadro complessivo dove si incrociano con la criticità della situazione economica ancora non stabilizzata.
Bankitalia e Istat parlano di un Pil che tornerà a crescere nel primo trimestre del prossimo anno, ma agli occhi di tante, troppe famiglie italiane sembra una frase di circostanza e già sentita tempo prima, specialmente nella giornata di oggi dove troppi cittadini invece di festeggiare sono privati di un diritto costituzionale.