BOLOGNA - Arresto 'illustre' quello portato a termine martedì sera presso l'aeroporto Marconi. A finire in manette è stato Simone C. figlio primogenito di Roberto Savi, l'ex poliziotto a capo della banda della Uno Bianca. Savi sta scontando ora l'ergastolo per aver commesso, in un periodo compreso tra l'87 e il '94, una scia di sangue da cui emergono più di cento feriti e 24 omicidi.
Nel momento in cui le forze dell'ordine hanno fermato il sospetto di certo non potevano minimamente immaginare l'identià ma soprattutto la storia che si nascondeva dietro quel cognome, volontariamente e con l'ausilio della madre, cambiato per sfuggire alla figura del padre. Tuttavia a causare l'arresto è stato il possesso di stupefacenti: si parla di oltre un kg di cocaina trasportata direttamente dal sudamerica.
Non è ancora chiaro come sia avvenuto il controllo se per pura casualità oppure se si sia trattato di una verifica precisa e mirata, fatto sta che la droga era contenuta all'interno di un flacone di bagnosciuma. Simone, nonostante la fortissima voglia di tagliare i ponti con il passato, già tre anni fa era stato centro di un'intervista di Radio Nettuno durante cui ribadì di non voler più avere nulla a che fare con il padre.