Una personalità complessa e sicuramente priva di equilibrio, messo sotto sorveglianza dagli inquirenti risultò molto coinvolto in conoscenze utili, affari discutibili e divertimenti particolari. L'ex magistrato del Tribunale di Palmi, si è impiccato nella sua casa di Montepaone in provincia di Catanzaro, dove ha vissuto negli ultimi mesi. Impegnato in due inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Milano e Catanzaro su suoi presunti rapporti con le famiglie dell 'ndrangheta.
Fu inchiodato da alcune telefonate intercettate dalla Dda di Milano, in una delle quali conversando con il boss Giulio Lampada, Giusti affermò: "Non hai capito chi sono io ... sono una tomba, peggio di ... ma io dovevo fare il mafioso, non il giudice".
Il secondo elemento che portò all' arresto di Giancarlo Giusti fu, come fu definita dagli inquirenti, l'ossessione" dell'ex giudice per il sesso. Gli inquirenti hanno sequestrato il suo diario nel quale annotava tutto quel che faceva e che atteneva ai suoi incontri di tipo sessuale.