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“Libera di sognare”. Con i versi di Stefania la riscoperta del “bambino interiore”

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«Ho indossato così tante maschere nel tempo da dimenticarmi chi ero e anche chi sono. La mia vera natura!». Ha deciso di mettere a nudo la propria anima Stefania Marchisone, nella sua opera “Libera di sognare”, targata Aletti editore per la collana “Altre Frontiere - Britannia”. Con la penna tra le mani, è ripartita proprio dalla piccola Stefania che amava scrivere e contemplare la natura, per tornare ad essere completamente se stessa, con la bellezza autentica delle proprie imperfezioni e le fragilità. 

«Con questo libro - racconta l’autrice, che vive a Lagnasco (Cuneo) e collabora con l’azienda di famiglia - mi sono autorizzata ad essere me stessa.  L’opera appresenta la gioia di lasciarmi sorprendere, un ritorno all’improvvisazione, alla naturalezza, alla spontaneità, l’uscita dalla zona di confort. “Libera di sognare” perché le strade già tracciate possono cambiare in corso d’opera e nessuno deve ambire alla perfezione, in quanto l’unica cosa che conta è la nostra unicità e dare un senso all’esistenza». L’intento è quello di creare una contaminazione tra psicologia e poesia, per esplorare l’animo umano da più punti di vista con una rinnovata sensibilità. 

La silloge è tradotta anche in inglese per coinvolgere un pubblico più ampio di lettori, arricchendo l’opera con diversi linguaggi, tanti sono i linguaggi del cuore e le modalità con cui vengono espressi. «Il bilinguismo - ne è convinta la poetessa - aiuta nel trasmettere i messaggi e i loro significati, impreziosisce l’opera che può essere letta e compresa da un pubblico più vasto interessato, poiché il libro è distribuito in 86 Paesi del mondo, dove la poesia è molto più seguita ed apprezzata». Attraverso una scrittura semplice e diretta, di facile comprensione, caratterizzata da versi liberi, similitudini, personificazioni e metafore, emergono le fragilità, le paure, il coraggio, il cambiamento, il futuro, l’autodeterminazione, il sogno e la speranza. Una contaminazione continua tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, tra sogni, fantasia e percezioni che contribuiscono a creare la realtà. «Nella silloge “Libera di sognare” la poetessa Stefania Marchisone - scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, più volte candidato al Premio Nobel e noto per la sua traduzione de “Le mille e una notte” - disegna con il cuore la strada maestra che dobbiamo percorrere se desideriamo realizzare i nostri sogni e desideri, ignorando i pregiudizi e le rigide regole imposte da una società superficiale, che mette al centro solo l’apparenza, il successo e il dio denaro». 

L’opera è un’iniezione di fiducia, un inno all’amore per se stessi, all’importanza di fermarsi ad ascoltare il proprio corpo, il “bambino interiore” che è in noi e curare la propria anima alla scoperta dei desideri più profondi. Questo percorso interiore dura tutta la vita e consiste in continui aggiustamenti per rimanere in ascolto dei propri bisogni, accettando tutte le parti di noi. «Spero che le persone - afferma l’autrice - leggendo queste poesie si sentano meno sole, comprese e accettate e si concedano la libertà di credere in se stesse e nei propri sogni, senza condizionamenti esterni, affinché si prendano la responsabilità di ricostruire la propria vita così come l’hanno sempre desiderata».

 

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