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Lega a Roma, Salvini: "Siete 100mila, fatemi sentir tremare l'obelisco"

Manifestazione pacifica e clima tranquillo. Prima intervengono sul palco le categorie che il Carroccio vuole rappresentare e poi l'atteso comizio del segretario leghista, Matteo Salvini

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Piazza del Popolo alle 15 si sta riempiendo come nelle grandi manifestazioni. In attesa dell'apertura del comizio, sotto il palco con i simboli della Lega e lo slogan "Renzi a casa", i sostenitori della Lega sventolano bandiere, alzano striscioni e lanciano cori di protesta contro il Presidente del Consiglio: "Renzi Renzi vaffa....." Qualche minuto dopo le 15 il comizio sta per iniziare e alla vista della piazza gremita, Salvini sorride dal palco e saluta i militanti: "Buon pomeriggio Roma. Siete 100mila, voglio veder tremare l'obelisco".

All'inizio del comizio sul palco salgono i sindaci veneti, poi uno dopo l'altro, si alternano al microfono le categorie che il Carroccio vuole rappresentare: gli artigiani, gli studenti, i poliziotti, gli esodati, i medici, gli agricoltori, i pescatori e poi le forze politiche: l'estrema destra di CasaPound, che con il leader Di Stefano sposa tutti i punti del progetto politico di Salvini, poi prende la parola Giorgia Meloni e dopo, finlmente, l'atteso intervento del segretario del Carroccio, Matteo Salvini che chiede alla grande piazza: "Perché ogni volta che dico Renzi, dite vaffanculo? - e continua - Il problema non è lui, Renzi è una pedina, è il servo sciocco a disposizione dell'Unione Europea".

Si inizia con l'intervento di Claudio Ardizio, rappresentante degli esodati: "Noi esodati siamo schierati con la Lega e con tutti i partiti che ci sosterranno. Da tre anni aspettiamo giustizia", poi prende la parola Vincenzo Spalone, a nome di tutti i genitori separati, in seguito interviene il Dr. Claudio Togliati a sostegno dei medici italiani, e fa un appello al Presidente del Consiglio: "Non tagliare i soldi per i Pronto Soccorso di tutta Italia". A seguire prende la parola Roberto Cavaliere, in rappresentanza degli agricoltori: "Il primo atto agricolo è mangiare, lo facciamo tre/quattro volte al giorno, peccato che nessuno se lo ricordi. L'agricoltura italiana è in ginocchio", poi è la volta dei pescatori, rappresentati da Lorenzo Vigliali. Dopo interviene Greta, una studentessa: "Intervengo a nome di tutti gli studenti leghisti che vengono discriminati solo perché hanno delle idee differenti da quelle di sinistra". Poi prende la parola Armando Siri: "signor Presidente del Consiglio, noi abbiamo un'idea diversa di lavoro e di economia". Segue l'intervento da parte dell'esponente di CasaPound, Di Stefano che afferma "noi condividiamo ogni singola parola del programma di Matteo Salvini, con i tre capisaldi - no euro, stop immigrazione e "prima gli italiani" - e di Giorgia Meloni: "Da romana, sono felice che la riscossa parta da Roma, nel momento in cui la Città Eterna affronta uno dei suoi periodi storici peggiori, grazie all'allegro chirurgo Ignazio Marino. Poi, riferendosi al problema dell'immigrazione incontrollata in Italia afferma: "Siamo discriminati in casa nostra. Prima occupiamoci degli italiani e dopo penseremo alla popolazione di tutto il globo terrestre". Poi c'è il collegamento con Marine Le Pen che con il suo intervento incita una piazza del Popolo già su di giri, producendo un'ondata di applausi: "Affidatevi alla lungimiranza e alla forza del nostro amico Matteo Salvini per dare inizio alla riscossa”.

Finalmente arriva il tanto atteso intervento del segretario del Carroccio, Matteo Salvini che esordisce ringraziando ciascun partecipante "perché le hanno provate tutte - afferma il segretario della Lega - per non far riempire questa piazza, dai centri sociali agli sfigati occupachiese, ma la risposta siete voi". Poi, riprende Salvini, sempre riferendosi ai manifestanti presenti a piazza del popolo, "questa è una piazza che combatte contro due nemici: il conformismo e la paura". Subito entra nel discorso del segretario leghista, il presidente del Consiglio, Renzi: "Renzi non è il problema. Lui è solo una pedina, il servo sciocco a disposizione di Bruxelles". I punti e gli argomenti toccati sono svariati: dalla promessa di cancellazione della legge Fornero, all'immigrazione, con l'invito, rivolto alla Marina Militare, di riportare a casa gli immigrati perché "Qua non ne può sbarcare più nemmeno uno". Ed ecco che arriva anche il "No ai campi rom. Basta. Andate a fare i rom da qualche altra parte, - dice Salvini - prima vengono i nostri disoccupati". “Mandiamo una lettera a questi signori - ha aggiunto tra gli applausi dei militanti - fra tre mesi ti arrivano le ruspe, organizzati. La casa la compri, fai un mutuo, fai domanda per la casa popolare. Domani - ha detto - mi arriva la diffida della presidenza del Consiglio per ciò che ho detto, ma io mi ci soffio il naso”. Argomenti caldi, al centro del comizio sono anche l'Islam che "Non creerebbe problemi, perché ognuno è libero di credere nel proprio Dio, ma prima deve maturare", e la prostituzione che andrebbe, secondo Salvini "regolamentata e tassata". Il leader della Lega ripete poi il coro che si leva dalla piazza: “Chi non salta comunista è. C’è forse qualche comunista in piazza?”, chiede ironico. Poi dal palco urla: "Il primo ladro che c’è in Italia si chiama Stato, il primo strozzino si chiama Stato, Equitalia, Agenzia delle entrate". L'alternativa è: "Un’aliquota fiscale unica, secca al 15%, quello che guadagni, guadagni”. 

Si conclude così il comizio organizzato dalla Lega, senza scontri e in modo pacifico. Nessuna segnalazione di pericolo e, come ha detto lo stesso Salvini, "abbiamo lasciato la città più pulita di come l'abbiamo trovata". 

 

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