Questo pomeriggio una motovedetta della Guardia Costiera è stata fatta oggetto di pesanti minacce da parte di individui armati, mentre si trovava a circa cinquanta miglia nautiche dalle coste libiche, di fronte a Tripoli. L'imbarcazione italiana si trovava impegnata insieme ad altri natanti nazionali e stranieri in un operazione di soccorso a ben 12 barconi carichi di migranti segnalati in mare a sud dell'isola di Lampedusa. La motovedetta stava ultimando il trasbordo dei passeggeri da uno dei barconi, quando è stata avvicinata da un motoscafo veloce, con a bordo quattro pirati armati di fucili automatici, che hanno intimato ai marinai italiani di abbandonare la barca usata per il traffico umano e di allontanarsi. Gli uomini della Guardia Costiera, che durante le operazioni di ricerca e salvataggio in mare non portano armi né le stesse sono installate sulla motovedetta, non hanno potuto fare altro che assecondare gli scafisti, con la barca in questione che probabilmente è stata recuperata per essere nuovamente utilizzata sulle “rotte dei migranti”.
Intanto a Pozzallo, in Sicilia, stanno sbarcando i circa trecento migranti che sono stati salvati durante l'ennesima operazione di soccorso tra la Libia e l'Italia: tra questi un giovane, proveniente dall'Africa centrale, arrivato con una ferita d' arma da fuoco, dopo che è stato fatto bersaglio dagli scafisti perché non voleva imbarcarsi, secondo le prime dichiarazioni rilasciate agli investigatori della Questura. Quello di oggi è l'ennesimo episodio incentrato sull'altissima tensione che sta montando tra l'Italia e la Libia, dopo le presunte dichiarazioni del Califfato Islamico riguardo ad un lancio di missili balistici contro il nostro paese e la “temporanea” evacuazione dell'ambasciata a Tripoli