Sono cifre da capogiro, quelle spese dal comune di Campobasso, per pagare i gettoni di presenza ai membri delle commissioni consiliari. Nel mirino sono finiti esponenti di tutti i partiti: Pd, M5S, Forza Italia e altri. Solo due consiglieri del comune di Campobasso hanno rinunciato alla loro parte.
C'è chi in Italia non ha uno stipendio fisso ogni mese, chi cerca di andare avanti tra mutui e spese per i figli e tanto altro, e chi al limite della disperazione compie l'insano gesto di togliersi la vita. E al lato opposto c'è chi ha tanto e ne vuole ancora di più, soprattutto se a pagare sono i cittadini, magari proprio quelli che faticano ad arrivare a fine mese.
Dalla determina 274, pubblicata dal Comune di Campobasso il 9 febbraio, risulta che la spesa per i gettoni di presenza delle commissioni consiliari ammonta a 30.000 euro. Una cifra straordinaria, che se moltiplicata per 12 mesi schizza via ad oltre 350.000 euro. Secondo quanto stabilisce il regolamento del comune, il gettone ha un valore di 50,32 euro ma si può arrivare a percepire una cifra non superiore ai 1183,53 euro. Per il mese scorso questi limiti sono stati superati, con record di partecipazione al solo fine di garantirsi uno stipendio in più. Questo è il risultato di una strategia vera e propria, che i consiglieri hanno visto bene di sfruttare senza rimpianti. Per un totale di 12 commissioni, sono state fatte, nel solo mese di gennaio, ben 33 sedute dal consigliere Biagio Maurizio D'Anchise, il che significa più di una al giorno se non contiamo le feste di Capodanno e dell'Epifania. Ma come lui, tanti altri hanno superato le cifre consentite, tra cui Michele Ambrosio, Antonio Columbro, Simone Cretella e altri. Si sono distinti dalla massa invece Michele Scasserra e Alberto Tramontano, i quali hanno rifiutato di percepire il corrispettivo per le presenze fatte in commissione.