Gli ultimi dati parlano di 60.000 studenti italiani in giro per il mondo. Una scelta di vita e per la vita.
Quali effettive opportunità può offrire studiare fuori dall’Italia? Probabilmente c’è insito nella cultura e nell’essere italiano un po’ di esterofilia. O forse dovremmo chiamarla esteromania? Oltre che stimolante può essere anche faticoso e in certi casi mette a dura prova l’identità della persona. Lingua, cultura, religione e stile di vita, quante novità in un viaggio solo?
Gli innumerevoli vantaggi dello studiare all’estero sono stati oltremodo proclamati, ma c’è da scontrarsi con il rientro in patria se e quando avviene. Molti dei giovani che scelgono di studiare all’estero poi non ritornano a casa, perché? Negli ultimi 4 anni sono partiti dall’Italia, alla ricerca di un’offerta di lavoro migliore, circa un milione di italiani. Soltanto uno su quattro decide di tornare a casa, mentre gli altri dichiarano di aver trovato una buona qualità della vita anche lontano da casa e dalla famiglia.
Alcuni fortunati, nonostante la nostalgia, trovano la felicità altrove sostenuti dalla soddisfazione professionale e l’accoglienza del popolo ospitante. C’è chi non programma di tornare perché sta bene anche all’estero.
Questo è il caso di Francesca Buccoli, 30 anni, partita da San Sperate, in provincia di Cagliari, ormai da 11 anni. Prima a Milano per seguire un corso di studi che a Cagliari non c’è e poi in Germania per amore e lavoro.
“ La cura e il sostegno nei confronti del lavoratore qui in Germania è notevole, dopo pochi giorni dall’invio dei curricula in diverse aziende, ho avuto più di una risposta positiva, mi hanno finanziato il corso di lingua per 10 mesi e facilitato l’inserimento in un ambiente di lavoro a me estraneo”. Così mi racconta con entusiasmo della sua esperienza in terra straniera.
“C’e molto interesse per le famiglie e per i neo genitori che devono affrontare la spesa dell’asilo nido, un sostegno reale per le difficoltà che l’arrivo di un bebè comportano”.
Qual è la cosa che ti manca di più della tua terra?
“ Hai presente il rumore della risacca verso le 9 di sera agli inizi di settembre? Ecco vorrei poterlo sentire sempre”.
Senz’altro anche uno straniero può trovare una dimensione familiare piacevole, probabilmente valutando i pro e contro di una scelta di vita così radicale, vince lo stare lontano da casa rispetto alla difficoltà di trovare un’occupazione all’altezza delle aspettative degli studi effettuati.
Sentirsi coccolati da una nazione, avere l’impressione, e anche la dimostrazione poi, che l’individuo sia necessario alla società sia a livello lavorativo che sociale.
Ma quella che nasce come una scelta di vita, nella maggior parte dei casi si prospetta come una sofferenza quotidiana, la sofferenza della nostalgia dalla propria terra, come un mal d’Africa. Una sofferenza che si affronta, ovviamente, ma che difficilmente si assopisce con gli anni.
Tornare a casa per le vacanze, sentirsi ospiti in casa propria, quella è la tristezza che tanti italiani devono vivere quando ritornano in famiglia.
La crisi ha facilitato il grande esodo, ma da sempre gli italiani sono stati un popolo di mondo. I nostri studenti sono tra i migliori viaggiatori e promotori dell’Erasmus. Lo straordinario progetto che consente ai giovani di frequentare scuole e famiglie straniere, avendo così un assaggio di società non italiana.
Forse per natura, per derivazione, ci sentiamo appartenenti a ogni luogo, luogo che ci consente di stanziarci e affermarci come individui e come italiani. La speranza è che in futuro, quando quella che chiamiamo crisi, ma altro non è che una situazione di cambiamento non solo nazionale, finirà, gli italiani che vorranno tornare in patria possano finalmente realizzare il proprio sogno e sentirsi di nuovo a casa.