L’azione congiunta delle varie Forze dell'Ordine che nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 agosto aveva portato all’arresto di un violento sfruttatore, era parsa essere la fine di un incubo per la giovane donna maltrattata e da lui costretta alla prostituzione. A distanza di pochi giorni però, la ragazza in questione, S.M. trentenne di origine rumena, è tornata ancora sulla strada, affacciata proprio alla medesima rotonda.
Non sono passate nemmeno due settimane e la donna che, con un atto di coraggio aveva permesso alle forze dell’ordine di arrestare il suo aguzzino, è stata nuovamente avvistata dagli agenti durante un controllo. Si era confidata in lacrime con le Forze dell’Ordine, aveva raccontato di terribili violenze, di sigarette spente sulle gambe, di botte e di tutto ciò che era costretta a subire dall’uomo che tutte le sere la trascinava sul ciglio di una rotonda della provincia di Milano.
In occasione di quel controllo, la donna, sprovvista di documenti di identità aveva confessato disperata che era stata indotta alla prostituzione con la coercizione e a seguito di maltrattamenti fisici e psicologici, da un uomo che, oltre ad averle sequestrato i documenti, la teneva costantemente sotto controllo. Le accuse avevano immediatamente portato all’arresto di S.M.A. un ragazzo di appena vent’anni, anch’egli di origini rumene, con l’accusa di induzione alla prostituzione e riduzione in schiavitù.
Eppure la giovane è ancora sulla strada. Fermata nuovamente dalle Forze dell'Ordine per un controllo di routine, non è ancora chiaro se la ragazza abbia in precedenza mentito per opportunismo, se un nuovo sfruttatore abbia preso il controllo della sua vita o se abbia deciso di sua spontanea volontà di continuare su questa strada per necessità di sopravvivenza.