La libertà religiosa ha subito una grande contraccolpo tra il 2012 e il 2014 con ostacoli presenti in 81 paesi e un peggioramento in 55 stati, secondo un rapporto pubblicato due giorni fa dell’organizzazione umanitaria cattolica AED che riguarda tutte le fedi e copre il periodo che va dall'ottobre 2012 al giugno 2014 . Si analizza la situazione in 196 paesi ed è stato pubblicato due giorni fa sul sito dell'Osservatorio della Libertà Religiosa . La ricerca ha messo in evidenza che in 81 dei 196 esaminati la libertà religiosa è "alterata" o in "declino". Solo in sei paesi ci sono stati miglioramenti anche se quattro di loro (Cuba, Emirati Arabi Uniti, Iran e Qatar) sono classificati come "luoghi di persecuzione religiosa a tasso medio-alto.”
Nella categoria “alta intolleranza” figurano 20 paesi , 14 dei quali vivono delle situazioni persecutorie dovute all’estremismo musulmano: Afghanistan, Centrafrica, Egitto, Iran, Irak, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Somalia, Sudan, la Siria e Yémen. Negli altri sei la persecuzione è dovuta a un regime autoritario: Birmania, Cina, Eritrea, Corea del Nord, Azerbaïdjan e Uzbékistan.
Il rapporto sottolinea che i cristiani restano la minoranza religiosa più perseguitata a causa della sua vasta dispersione geografica e del numero relativamente alto, ma si fa notare che anche i musulmani subiscono una persecuzione notevole e un alto livello di discriminazione imputabile ad altri musulmani sia ai regimi autoritari e che le violenze e altri ingiusti trattamenti , anche se più leggeri, vengono inflitti agli ebrei dell’Europa occidentale, provocando un aumento dell’emigrazione verso Israele.
Non desta sorpresa il fatto che l'Irak susciti le inquietudini maggiori , in questo paese si nota la progressione del gruppo “Stato Islamico” ISIS che non minaccia solo i cristiani ma anche gli yazidi ,gli sciti i sunniti moderati. L’AED ricorda anche il rapimento di più di 200 liceali da parte del gruppo islamico guidato da Boko Haram in Nigeria . In Iran i 350.000 membri della comunità religiosa Bahá'í formano la minoranza più numerosa del paese e sono perseguitati dai fondamentalisti islamici, che considerano la Fede Bahá'í come una minaccia per l'Islam e i suoi aderenti come eretici. Le idee progressiste della Fede sui diritti delle donne, sulla ricerca indipendente della verità e sull'educazione hanno particolarmente esasperato il clero musulmano. In asia si ricorda la morte nel dicembre 2013 del monaco tibetano arrestato e soprattutto c’è allerta sulla situazione birmana per i musulmani della minoranza Rohingya esiliati in più di centomila.