l web si è diviso in due circa la questione delle “particolari” tutine che, le cicliste della squadra colombiana Humana Bogotà, hanno indossato in occasione della gara di ciclismo femminile del giro di Toscana. C'è chi ha definito la scelta delle tutine una vergogna indecorosa, oppure chi ha messo in evidenza il cattivo gusto della stilista e delle sportive. Fatto sta che si è parlato, e tanto, del loro nude look più che della gara.
Le cicliste della squadra femminile colombiana Humana Bogotà, hanno deciso di partecipare al giro di Toscana, indossando delle tute alquanto bizzarre, colorate di rosso e di giallo nel zona del petto, spalle e degli arti, e di color carne dall'ombelico sino all'inguine. L'effetto nudo nell'area dei genitali, ha attirato inevitabilmente l'attenzione dei fotografi, giornalisti e di chiunque in generale. Quando sono tornate in Colombia, durante una conferenza stampa, Angie Rojas, ciclista ma anche stilista dell'abbigliamento di squadra, ha spiegato che le atlete non vogliono rinunciare alle loro divise, e tanto meno si può parlare di scandalo. Aggiunge poi che l'effetto nudo non è stato premeditato, ovvero è dovuto ad un errore di stampa, in quanto avevano pensato al colore dorato, che invece è uscito color carne, regalando così l'effetto osé.
Il presidente dell'Unione Internazionale di ciclismo, Brian Cookson, non ha preso bene la notizia, definendo la scelta di indossare il completo inaccettabile ed indecente. Se le cicliste sud americane abbiano strategicamente messo in atto una forma di pubblicità per attirare l'attenzione su di loro, non si può sapere con certezza. Allo stesso modo è normale che l'opinione pubblica abbia una reazione bipolare, da un lato c'è chi ride e dall'altro chi punta il dito. Resta il fatto che, per un attimo, l'occhio poco attento dell'osservatore ha pensato che le atlete colombiane volessero affrontare la gara libere dalla lingerie.