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A pochi giorni dall'evento di Cantù (CO) intervista esclusiva al Presidente Lega della Terra Daniele Spairani

a cura della redazione
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Presidente Spairani cosa rappresenta per lei l'Associazione Lega della Terra?

"Una sfida ed un'opportunità! Una sfida perchè sono sempre stato particolarmente attratto dalle “imprese impossibili” e questa, in un certo senso, lo è. Purtroppo l'Italia sta vivendo un momento di crisi generale indotta da una classe politica incapace di imporsi al dictat dei cosiddetti poteri forti. Le soluzioni per uscirne esistono, basterebbe sfruttarle! E' quello che stiamo cercando di fare noi, sfruttando una risorsa unica come la nostra agricoltura e tutto il comparto agroalimentare. La storia ci ha insegnato che già in passato ci si è risollevati grazie al settore primario, non vedo perchè non riuscirci anche questa volta. Un'opportunità perchè tutto il settore agroalimentare, se sfruttato a dovere, può generare grossi sbocchi lavorativi. Motivo per cui insistiamo nel voler riportare i giovani alla terra e tutti coloro che, proprio a causa della crisi, si sono ritrovati a metà del proprio cammino esistenziale, senza più certezze".

Quali sono i progetti che tratterete nella vostra conferenza?

"Quelli che stiamo sviluppando e portando avanti su tutto il territorio nazionale, dal De.C.O. alla filiera corta strutturata, passando per una serie di problematiche legali a cui gli agricoltori devono oggi fare fronte. Sappiamo bene che il nemico numero uno di chi vuole fare impresa in Italia, si chiama Equitalia, causa dei molti, direi troppi, suicidi che chiamerei di Stato. Gli imprenditori vittime delle banche sono sempre di più, ma è bene che si sappia che, il più delle volte, da una posizione debitoria nei confronti degli istituti di credito, si sono poi ritrovati ad essere loro stessi creditori, ed anche per somme rilevanti. Ciò che noi vogliamo trasmettere con gli interventi dei nostri legali, è che non bisogna temere di denunciare arrendendosi davanti a quella che sembra una sconfitta già segnata, ma lottare fino in fondo. La resa è ciò che questo Stato, servo delle banche, vuole e noi, questa soddisfazione, non vogliamo dargliela".

Perchè l'evento del 12 settembre è stato intitolato "Pretendiamo un'altra Italia"?

"Perchè questa, evidentemente, non ci piace!! L'Italia sta perdendo un numero sempre più elevato di “teste pensanti” perchè la crisi induce le persone a fare le scelte più facili come abbandonare il proprio Paese. Ritengo che anche questa sia da considerare come una sconfitta del nostro popolo, che si è arreso alzando le braccia al cielo. Io invece credo in uno Stato forte ed indipendente, capace di autogestirsi se solo decidesse di sfruttare al meglio le risorse che Madre Natura ci ha concessi. Possiamo e dobbiamo provarci, ed è quello che la Lega della Terra si è imposta di fare".

Molti giovani italiani hanno perso le speranze di una ripresa economica oltre a consolidarsi l'opinione che l'unico modo per trovare un posto di lavoro sia quello di recarsi all'estero. Che messaggio vuole lanciare a questi giovani?

"I giovani rispecchiano una generazione divisa fra chi da lontano rivendica la sua scelta di partire e chi ha deciso invece di restare, sapendo di dover combattere con un paese in cui la disoccupazione riguarda quasi un ventenne su due, in cui le politiche per i giovani sono sempre all'ordine del giorno ma faticano a mostrare effetti concreti. I giovani che hanno scelto di rimanere in Italia devono farsi sentire. Se non sono loro a spingere per far cambiare le cose, a creare condizioni migliori per l'occupazione e la vita dei ragazzi, chi lo deve fare?"

Presidente molta curiosità ha destato la vostra petizione per chiedere al Presidente Putin l'eliminazione dell'embargo sull'agroalimentare. E' un'operazione pubblicitaria o davvero si celano intenti seri?

"La Lega della Terra non fa nulla per pubblicità, non è nel suo stile! Ritengo che il Presidente Putin abbia fatto quello che un qualunque Presidente che ha a cuore il proprio Paese avrebbe dovuto fare. La colpa dell'embargo non può essere imputata a lui, ma alle scellerate politiche dei Paesi Occidentali. La proposta che abbiamo avanzato al Governo Russo nasce dal fatto che si vuole mandare un messaggio chiaro: in Italia, grazie a Dio, non siamo tutti così idioti, esiste una grande fetta di popolazione che si dissocia da queste politiche fallimentari. Vogliamo che tutte quelle aziende che hanno sottoscritto la petizione, vengano esentate dal blocco o sarà la fine per molte aziende italiane e per tutto il comparto dell'agroalimentare, e non solo".

I nazionalisti italiani hanno invitato la Lega della Terra ad organizzare una serata dedicata all'agricoltura. Secondo lei perchè di questo invito e quali sono i vostri rapporti?

"L'invito nasce dal fatto che, evidentemente, la nostra linea è la stessa che muove i partiti nazionalisti. Non mi risultano altri partiti o movimenti politici che abbiano inserito nei propri programmi l'argomento agricoltura, se lo fanno i nazionalisti è perchè hanno capito che è da questo comparto che si deve ripartire per rilanciare l'economia del Paese. La Lega della Terra ha stilato un Piano agricolo Nazionale composto da 20 punti in continua evoluzione, chi l'ha letto, si sarà perfettamente reso conto che noi trattiamo tutti quegli argomenti che nessun'altro tratta, se non, appunto, i movimenti nazionalisti. Mi riferisco alle banche, ai giovani, all'imprenditoria femminile, ad Equitalia. Parliamo di Green Economy, del blocco della grande distribuzione, del principio di localizzazione e dei mercati contadini. Ciò non significa che si debba etichettare la Lega della Terra come Associazione politicamente schierata, perchè noi siamo aperti al dialogo con qualunque formazione che abbia la volontà di trattare un argomento tanto delicato, quanto fondamentale per la crescita economica del Paese, come lo è l'agricoltura. Il problema è che non esistono formazioni politiche che dimostrano tale volontà, se non a parole".

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