“Sogno. Le due vite di Jouis”, edito da “Pav”, è un romanzo che si snoda su due distinti piani temporali, narrando le vicende di un uomo vissuto nel Settecento, a Parigi, e di un suo discendente nato nel 1960 nella Ville Lumière, tutti e due di nome Jean Louis. Il prolifico autore monteclarense Giovanni Boschetti, in questa sua nuova opera, riesce a calarsi nell’animo dei protagonisti regalandoci pagine di toccante umanità. Suscita particolare commozione il racconto della misera vita del Jean Louis settecentesco, vittima di un destino avverso che lo vuole orfano di madre, e di padre ignoto, poverissimo, trattato come una bestia da soma, vilipeso e abbandonato a sé stesso. Al contrario, la sorte, con il suo omonimo discendente, almeno sul piano materiale e sociale, sembra essere più prodiga: gli concede di ricavarsi un posto in società, ricchezze… Tuttavia l’esistenza di entrambi deve fare i conti con un profondo dolore, un vuoto, una perdita: l’assenza della figura materna, alla quale tutti e due anelano a ricongiungersi. Per farlo sono disposti ad andare oltre l’immaginabile, ricorrendo al laudano, nel primo caso, e anche a una rivoluzionaria scoperta tecnologica, nel secondo. È così che l’autore, tramite le vite dei suoi personaggi, ci fa entrare in contatto con due tematiche molto scottanti e attuali: la tossicodipendenza e l'impiego discutibile della tecnologia.
Entrambi i Jean Louis sono dei sognatori, ricorrono al laudano per immergersi il più possibile nella dimensione onirica. Il primo, soprattutto, anche se non solo, per sfuggire a un’esistenza intollerabile; tutti e due per raggiungere un obiettivo, che è poi il medesimo. Nel romanzo si parla di realtà virtuale, auto-generata, e, soprattutto, di alienazione in un mondo alternativo, fino all’annullamento totale di sé. Argomento, questo, che potrebbe dare il là a un dibattito molto sentito in tempi in cui la tecnologia la fa da padrona, aprendo scenari inquietanti, agitando spauracchi come il rischio che il virtuale si sostituisca sempre di più al reale.
Non manca l’elemento magico e soprannaturale, in questa avvincente storia, e nemmeno l’amore, che però niente potrà contro la precisa volontà di annullamento almeno sul piano terreno, dei due protagonisti, ammaliati dalla –illusoria?– prospettiva di un altrove diverso, più completo.
Un romanzo commovente e a tratti onirico, dalla trama non banale, intessuta di colpi di scena e inviti alla riflessione. Da leggere.